La cucina molisana ancora protagonista con Fabio Sparvieri

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Il lusso di una regione dal sapore dell’antico, quello dettato dalla biodiversità incontenibile per percentuale e garanzia di eccellenza, abitata da uomini e donne che dalla restanza traggono il meglio della loro vita, è significativamente rappresentata dal concetto nobile che di per sé fa sempre sognare: la cucina!

Essa, senza ombra di dubbio, rappresenta la vera unicità di una regione che stenta a far parlare di sé, che spesso per egocentrismo o mancanza di capacità, rovina anche le cose più belle che Madre Natura ci offre gratuitamente. Per fortuna la vita è proporzionale all’identità, alla passione, alla professionalità acquisita, alla capacità di essere al posto giusto al momento giusto. Questo spesso vale per chi non sogna di andar via, ma con forza decide di restare e lasciare il segno.

Una storia fatta di sacrifici che con il tempo, per fortuna, si trasformano in vittorie, in scommesse vinte dalla puntata difficile, sofferta, ma decisamente appropriata. No, non stiamo farneticando ma raccontandovi una realtà tutta molisana, che oggi è rappresentata da uno chef Montenerese Fabio Sparvieri che, grazie all’enorme passione per la cucina, dopo aver dato il giusto connotato alla sua struttura in agro di Montenero di Bisaccia “il Quadrifoglio”, grazie al suo grande impegno, ha raccolto frutti dal sapore della “Vittoria”. Certamente non in un film che vede rincorrere l’atleta sin dalle retrovie per poi vincere contro tutti e tutto la gara della vita, ma di sicuro un’avventura voluta, cercata, che conferma la qualità della cucina molisana e dei suoi interpreti.

Vi abbiamo raccontato in passato, delle medaglie al collo dei giovani chef della sezione Molise della Federazione Italiana Cuochi, a queste si aggiunge un’altra e significativa quale quella dell’investitura della Fascia dei discepoli di August Escoffier che ha visto, proprio l’ottimo Fabio Sparvieri, protagonista indiscusso presso Palazzo Rosenthal Trecase di Napoli. La manifestazione, organizzata dalla rinomatissima scuola cuochi di Villa Santa Maria in Abruzzo, scuola di grandi chef del passato e del presente, ha visto la delegazione dei giurati plaudire il Molise grazie proprio a Fabio che, costantemente monitorato, ha stupito per la sua eccellente e composta bravura. Chiunque ami la cucina conosce certamente Auguste Escoffier. Studioso e storico della cucina fu uno dei più grandi chef della fine dell’ottocento – inizi novecento. Soprannominato il re degli chef, fu chef di molti regnanti. Codificò la “brigata” strutturandola militarmente.

Come ogni grande che lascia segni tangibili, per mantenerne il ricordo, nel 1954 venne istituito l’ordine internazionale dei discepoli di Escoffer. Quasi trentamila discepoli in oltre cinquanta paesi al mondo. In Italia, patria del cibo, oltre mille discepoli, per la maggior parte chef di altissimo livello, direttori di hotel, maitre di sala, sommelier, e qualche giornalista. In Molise le Sciarpe son davvero poche, nonostante la voglia di esserci è tanta, sia per la selezione assai restrittiva, sia per le dimensioni geografiche che ci voglio essere partner con i cugini campani.

Cinque colori per distinguere le categorie: fascia viola per la categoria ristorazione in generale; fascia blu per meriti in campo professionale e culturale; fascia verde per imprenditori illuminati; fascia arancione per giovani talenti; fascia rossa, quella posizionata al petto dello chef molisano, simbolo e emblema dei cuochi o chef. Una sorta, quest’ultima, di medaglia d’oro permanente che premia per serietà, professionalità, competenza, cultura del territorio.

Un bel traguardo che ha visto premiare Fabio che emozionato ha dedicato il meritato traguardo alla famiglia, non di certo dimenticando origini e territorio – “Un traguardo sofferto, non lo nascondo. Non posso che ringraziare il buon Dio di avermi permesso di vivere in un territorio dalla natura incredibile che, per la sua incontaminata realtà, mi permette giornalmente di pormi su troni dal sapore della tradizione e della bellezza. Essere investiti da chi è tra i “re” in campo enogastronomico, è certamente l’ambizione più alta per ogni cuoco che crede nelle proprie aspettative dettate da una vera missione”.

Parole piene di emozione che fondano radici forti e difficilmente scalfibili. Una rivincita per il bel territorio di Montenero di Bisaccia che spesso viene visto come quello della ventricina, oro rosso dall’incredibile potenzialità, ma che non rende onore alle centinaia di varietà di prodotti che rendono valori aggiunti, soprattutto verso chi ancora crede che il Molise sia ancora recuperabile e quindi appetibile per resilienza e difficile restanza. Fabio ci ha emozionato, la cucina molisana riesce a stupire sempre e ovunque, il resto lo aspettiamo dalla politica spesso disattenta e mai troppo vicina al proprio compito di aggregatrice di eccellenze. Franco Arminio direbbe: Il Molise ha bisogno di uomini poiché i pastori hanno già fatto e bene, il loro dovere! Grazie Fabio, la tua felicità ci restituisce finalmente un pizzico di gioia!