CAMPOBASSO – Il Molise si distingue come territorio d’eccellenza per la penetrazione delle energie rinnovabili, con una quota di consumi energetici coperti da fonti green che raggiunge il 34%, quasi il doppio rispetto alla media nazionale del 19%. I dati del monitoraggio di CIRO (Climate Indicators for Italian RegiOns) evidenziano inoltre come la regione molisana presenti una delle più basse vulnerabilità al rischio alluvionale in Italia, con appena il 2% della popolazione residente in aree a rischio, contro una media nazionale significativamente più alta.
La piattaforma CIRO, realizzata da Italy for Climate in collaborazione con Ispra, ha rilevato altri importanti punti di forza nella performance ambientale molisana: la quota di consumo di suolo (3,9%) è tra le più basse d’Italia, gli assorbimenti naturali di CO2 in rapporto alla superficie sono superiori alla media nazionale, e l’utilizzo di fertilizzanti in agricoltura risulta ben inferiore alla media italiana. Significativo anche il miglioramento nel settore industriale, dove la quota di consumi elettrici è aumentata dal 30% al 47%, superando la media nazionale.
Le principali criticità per il Molise sono rappresentate dal rallentamento nelle nuove installazioni di capacità rinnovabile, dimezzate rispetto alla precedente rilevazione, nonostante l’alta quota già raggiunta. Le elevate emissioni di gas serra pro-capite, tra le più alte in Italia, rappresentano un’altra area di intervento prioritaria. Anche la mobilità sostenibile mostra ritardi significativi, con la quota di auto elettriche sulle nuove immatricolazioni ferma all’1,5%, alto numero di automobili e il numero di passeggeri del trasporto pubblico locale al di sotto della media nazionale.
“La capacità delle regioni di monitorare e migliorare le proprie performance climatiche rappresenta oggi un elemento cruciale per accelerare la transizione ecologica del nostro Paese,” afferma Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate. “Per guidare efficacemente questa transizione sono necessari dati e informazioni sempre più aggiornati e affidabili. È proprio con questo obiettivo che Italy for Climate, in collaborazione con Ispra, ha sviluppato CIRO: uno strumento che supporta concretamente le regioni nel percorso verso la decarbonizzazione. Attraverso il monitoraggio puntuale delle performance e l’identificazione di best practice, CIRO valorizza le eccellenze territoriali italiane, creando un network virtuoso di sostenibilità che può fungere da acceleratore per l’intero sistema Paese”.
CIRO è il primo database italiano dedicato al monitoraggio e al confronto delle performance climatiche regionali, grazie ad un’analisi articolata in 26 indicatori strategici suddivisi in 8 aree tematiche. La piattaforma non si limita a fotografare la situazione attuale, ma consente di mettere in relazione i progressi locali con gli obiettivi nazionali ed europei di decarbonizzazione, offrendo quindi un supporto concreto alle pubbliche amministrazioni per la pianificazione delle politiche climatiche regionali.
Performance del Molise nelle 8 aree tematiche del monitoraggio:
Emissioni – Il Molise presenta un quadro contrastante sul fronte delle emissioni: da un lato, gli assorbimenti naturali di CO2 in rapporto alla superficie regionale superano la media nazionale, testimoniando la ricchezza del patrimonio forestale; dall’altro, le emissioni pro-capite di gas serra si collocano tra le più elevate in Italia.
Energia – Il mix energetico molisano si allinea sostanzialmente con la media nazionale in termini di distribuzione delle fonti, con l’importante differenza dell’assenza di carbone e di una quota di rinnovabili superiore alla media. Anche i consumi energetici pro-capite risultano in linea con i valori medi italiani, configurando un profilo energetico complessivamente equilibrato.
Rinnovabili – Il Molise si distingue come una delle regioni italiane con la più alta quota di consumi energetici soddisfatta da fonti rinnovabili, raggiungendo il 34% contro una media nazionale del 19%. Questo risultato eccellente è tuttavia accompagnato dal dimezzamento delle nuove installazioni di capacità rinnovabile rispetto alla precedente rilevazione.
Edifici – Il patrimonio edilizio molisano presenta performance nella media nazionale per quanto riguarda i consumi energetici medi e la quota di elettrificazione (31%), mentre risulta leggermente inferiore alla media per la quota di edifici in classe A e per le emissioni pro-capite del settore.
Trasporti – Il settore dei trasporti rappresenta una delle principali aree di criticità per il Molise. Sebbene le emissioni pro-capite settoriali siano in linea con la media nazionale, la regione registra performance inferiori su tutti gli altri indicatori: dalla quota di auto elettriche sulle nuove immatricolazioni (ferma all’1,5%), al numero di automobili in rapporto alla popolazione, fino al numero di passeggeri del trasporto pubblico locale.
Industria – Il settore industriale molisano presenta performance contrastanti: se da un lato le emissioni e i consumi energetici in rapporto al valore aggiunto risultano superiori alla media nazionale, dall’altro la quota di consumi elettrici ha registrato un incremento significativo, passando dal 30% del 2021 al 47% del 2022, superando la media italiana.
Agricoltura – L’agricoltura molisana presenta un profilo di sostenibilità parziale: positiva la performance sull’utilizzo di fertilizzanti, ben inferiore alla media nazionale, e sulle emissioni pro-capite, sostanzialmente in linea con la media; meno virtuosa invece la situazione per quanto riguarda il numero di capi bovini allevati in rapporto alla popolazione e la quota di agricoltura biologica, ferma all’11% contro una media nazionale del 20%.
Vulnerabilità – Il Molise mostra una buona resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici, con una quota di consumo di suolo (3,9%) e di popolazione esposta al rischio alluvionale (2%) tra le più basse d’Italia. Anche il numero di eventi meteorologici estremi registrati nel 2023 risulta inferiore alla media nazionale. L’unico elemento critico è rappresentato dalle perdite della rete idrica, superiori alla media italiana, che evidenziano la necessità di investimenti per l’ammodernamento delle infrastrutture idriche.