Gli accertamenti, avviati a seguito della presentazione di numerose querele da parte delle vittime di truffe romantiche e di altri reati hanno consentito di delineare una rete criminale – riferisce la questura di Perugia – articolata su due livelli: il primo livello si occupava di creare falsi profili al fine di adescare ignare vittime; il secondo livello aveva l’incarico di mettere a disposizione i propri conti o di reclutare persone disposte a fornire, talvolta inconsapevolmente, il proprio conto corrente per far confluire le transazioni illecite in cambio di una percentuale già stabilita dal gruppo criminale.
Gli indagati – spiega la polizia – sono stati in grado di raggiungere vittime in svariati paesi europei ed extraeuropei. In particolare, una volta ottenuto il contatto con la potenziale vittima su un social network, la stessa veniva coinvolta in un legame affettivo virtuale tale da convincerla a versare spontaneamente somme di denaro. L’inchiesta, come detto, è partita da Spoleto ma gli indagati sono stati individuati anche in provincia di Campobasso, Caserta, Modena, Padova, Genova, Pesaro, Latina e Palermo.
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