“La scuola soffre di problemi endemici che sono solo stati aggravati dalla pandemia in corso – continua la nota – carenze strutturali, servizi che mancano o che sono inefficienti, come il trasporto pubblico, in merito al quale ci siamo espressi più volte, e ora le problematiche della didattica a distanza. La scuola deve tornare ad essere anche aggregazione sociale e comunitaria, non una ‘istituzione virtuale’ cui si può accedere senza nemmeno uscire dal letto. Occorre quindi tornare a seguire le lezioni in presenza, dopo aver passato troppo tempo condannati ad una inattività che danneggia corpo e spirito”.
“La protesta si fa in presenza, a scuola. È facile lamentarsi dal divano, limitandosi a puntare il dito. Noi abbiamo quindi scelto di entrare a scuola per portare dai banchi di scuola il cambiamento, quello vero e fatto col coraggio e le idee che si trasformano in azioni concrete, a fronte del totale fallimento della gestione scolastica di questo governo, tra assurde misure di sicurezza, obblighi, imposizioni, banchi a rotelle costosissimi quanto inutili e trasporti pubblici da terzo mondo. Lanciamo quindi un appello a tutti gli studenti: entrate a scuola e fate sentire la vostra voce!”.
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