Campobasso

Ferdinando De Giorgi ha incontrato gli studenti dell’Ateneo a Campobasso

Gravina: “Vincere bene non è solo una questione estetica, ma è qualcosa che nasce dal modo di prepararsi al confronto e alla crescita”

CAMPOBASSO – Questa mattina a Campobasso, presso l’aula magna dell’Unimol, il tecnico della nazionale maschile di Pallavolo Italiana ed ex palleggiatore della ‘Generazione dei Fenomeni’, Ferdinando De Giorgi, ha incontrato gli studenti dell’Ateneo alla presenza del numero uno federale Giuseppe Manfredi e del rettore dell’Unimol Luca Brunese. A moderare il confronto ha provveduto il delegato allo sport dell’Ateneo Germano Guerra.

“Le capacità che ognuno di noi possiede in dote, di qualunque tipo esse siano, vanno allenate. Come vanno ridefiniti, sempre, gli obiettivi una volta raggiunti. – ha detto il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, accogliendo Ferdinando De Giorgi – Crescere e migliorarsi. È questo ciò che la cosiddetta Generazione dei Fenomeni della pallavolo italiana degli anni novanta ha portato in dote non solo al sistema pallavolistico nazionale, ma all’intero sport italiano e con esso alla nostra società. Per questo non c’è luogo migliore di un’aula universitaria dove poter ascoltare e incontrare l’allenatore della nazionale Italiana di Pallavolo che proprio di questo modo di intendere lo sport e ciò che attraverso lo sport si può raggiungere per sviluppare il proprio percorso di crescita professionale, ha saputo essere un protagonista.

De Giorgi ha, infatti, vinto molto da giocatore come da allenatore, ma non è sulle vittorie che ha puntato. – ha sottolineato il sindaco Gravina – Ciò che lo ha contraddistinto e che dovrebbe caratterizzare sempre la visione di chi è chiamato a raggiungere degli obiettivi importanti, sia in prima persona che come parte di un gruppo, è il percorso che si compie per arrivare al risultato finale. Su quel percorso ognuno di noi può incidere preparandosi, incuriosendosi, lasciando la propria zona di comfort per andare incontro al futuro.

La pallavolo in Italia ha avuto la necessità prima e il coraggio poi di sapersi rinnovare, – ha aggiunto Gravina – ha avuto il merito di comprendere qualcosa che la società del nostro paese oggi ha la medesima necessità di attuare, ovvero creare le condizioni e utilizzare i metodi appropriati per ampliare le proprie opportunità di crescita. Questo lo si può fare solo se si ha il coraggio di non ancorarsi a quanto già ottenuto e si ritiene che sia importante, più di una vittoria secca, fatta di una sola partita, un percorso che porti a giocarsi un intero campionato e anche più di uno.

Questo è, in parole molto semplici, ciò che sta dietro il concetto di programmazione, altro cardine che De Giorgi da giocatore ha provato sulla sua pelle e da allenatore ha perseguito con la consapevolezza che programmare significa, in ogni campo, lavorare il doppio, lavorare spesso in campi e settori dove gli altri non hanno lavorato ancora, ovvero innovare, significa anche rimodulare in corsa e sapere che tutto ciò richiede il giusto tempo, saperlo e, nonostante tutto, restare concentrati. La nostra città proprio sul versante dell’innovazione sta puntando forte. La casa delle tecnologie emergenti, MolisCTE, che sorgerà presso la Cittadella dell’Economia a Selva Piana, è frutto proprio di un connubio che abbiamo voluto espressamente fosse dedicato all’innovazione tecnologica e al mondo del benessere fisico sportivo.

Vincere bene non è solo una questione estetica, ma è qualcosa che nasce dal modo di prepararsi, prim’ancora che alla vittoria, al confronto con gli altri. Per il modo in cui si vince si è ricordati più che per le vittorie. – ha detto in conclusione il sindaco di Campobasso – Ciò che rende epico nello sport un risultato è il modo in cui lo si è costruito, il modo in cui lo si è vissuto e la capacità di ripartire da lì per andare ancora oltre, con un nuovo programma, ancora più inclusivo. La pallavolo italiana e l’allenatore della nostra nazionale hanno mostrato di avere ben chiari questi concetti, lo hanno mostrato non con i titoli, ma con il modo con cui li hanno nel tempo ottenuti. Per questo, siamo fiduciosi che di trofei in bacheca sottorete ne verranno altri e saranno, come quelli precedenti, indimenticabili”.

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