Gli Ibis sacri sono onnivori: si nutrono di anfibi, crostacei, piccoli roditori, molluschi, pesci, lombrichi, insetti nonché uova e pulcini di altre specie di uccelli nativi come sterne, garzette, anatre, uccelli marini e uccelli di palude. Rappresentano, pertanto, una seria minaccia per la fauna autoctona.
Era venerato dagli antichi Egizi la sua immagine la si trova raffigurata nei geroglifici insieme al dio Thot. E se da un lato questa specie ha iniziato a colonizzare anche l’Italia, paradossalmente risulta assente nel Paese al quale deve l’appellativo di “sacro”.
I soci Pesce Giuseppe, Lucchese Matteo Pio, Simona Barone, Grieco Antonio, Chimisso Antonio, Nicola Norante e Luigi Lucchese hanno contribuito a questo eccezionale avvistamento.
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