Morti sul lavoro, Molise in zona rossa

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CAMPOBASSO – Morti sul lavoro, il Molise è in zona rossa: “Più di mille morti sul lavoro in dieci mesi. Per la precisione, da gennaio a ottobre 2021, le vittime rilevate sono 1017 (compresi gli infortuni mortali in itinere che sono stati 202). Ma il dramma dei numeri non è l’unico racconto dell’emergenza. Perché una narrazione più efficace per rilevare le regioni più o meno sicure del Paese per i lavoratori è sicuramente l’indice di incidenza. Infatti, solo confrontando i numeri delle vittime rispetto alla popolazione lavorativa di un’area si definiscono concretamente forme e contenuti di questa piaga contemporanea; e solo così si possono individuare tutti gli strumenti utili e idonei per evitare le tragedie”.

Apre così Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, la più recente indagine e zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori del nostro Paese. Per fotografare, alla stregua della pandemia, l’emergenza morti bianche in Italia. E così a finire in zona rossa nei primi 10 mesi del 2021 con un’incidenza maggiore del 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio pari a 35,6 morti ogni milione di lavoratori) sono Puglia, Campania, Basilicata, Umbria, Molise, Abruzzo, Valle D’Aosta e Trentino Alto Adige.

In Zona Arancione: Piemonte, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. In Zona Gialla: Liguria, Lazio, Sicilia, Veneto e Marche. In Zona Bianca: Toscana, Lombardia, Sardegna e Calabria.

I NUMERI ASSOLUTI DELLE MORTI SUL LAVORO IN ITALIA DA GENNAIO A OTTOBRE 2021

Numeri assoluti e incidenze producono graduatorie differenti. E infatti la classifica cambia. Unica costante: la Campania. Perché oltre ad essere in zona rossa per l’elevato rischio di mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, è anche seconda nella graduatoria per il numero di vittime in occasione di lavoro (94), dopo la Lombardia (99). Seguono Lazio (74), Piemonte (73), Emilia Romagna (71), Puglia (67), Veneto (64), Toscana (41), Sicilia (40), Abruzzo (34), Marche (22), Trentino Alto Adige (22), Liguria (20), Friuli Venezia Giulia e Umbria (19), Sardegna (15), Molise (14), Calabria (12), Basilicata (12), Valle D’Aosta (3).

Da gennaio a ottobre del 2021 sono 1.017 le vittime sul lavoro registrate in Italia; di queste, sono 815 (– 5,2% rispetto al 2020) quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 202 (+ 15 % rispetto al 2020) sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere. A fine ottobre 2021 si registrano 107 vittime in più rispetto a fine settembre 2021. Ancora il settore delle Costruzioni quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti in occasione di lavoro (98 dall’inizio dell’anno). Seguono Attività Manifatturiere (86), Trasporto e Magazzinaggio (81), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (62).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (557 su un totale di 815). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi dieci mesi del 2021 sono 70 su 815. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a ottobre del 2021 sono 124. Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni nei primi dieci mesi dell’anno.

La pandemia ci ha obbligati da diversi mesi a vivere l’Italia “a colori”. Ma ci ha anche insegnato che i colori possono raccontare l’emergenza in modo più semplice ed efficace. Per questo l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre – che da oltre un decennio elabora indagini statistiche sulle morti bianche nel nostro Paese – ha deciso di utilizzare gli stessi colori per descrivere in modo più leggibile e incisivo le tragedie che si consumano nella quotidianità lavorativa. Si tratta, dunque, di una zonizzazione sulla base della mortalità rispetto alla popolazione lavorativa, parametrata su un’incidenza media nazionale (Im=35,6).