Palio di Siena, la firma è dell’artista molisano Roberto Di Jullo

128

ISERNIA – Il Palio di Siena del 2 luglio dedicato alla Madonna di Provenzano, parla anche molisano. Il “Drappellone” infatti porta la firma di Roberto Di Jullo, artista nato a Forlì del Sannio, in provincia di Isernia, e abruzzese d’adozione, con un suo studio a Pescocostanzo. Il professore di disegno, artista, pittore e incisore, è stato quattro mesi a Siena in cerca della giusta ispirazione per il Palio, presentato nei giorni scorsi nel Cortile del Podestà di Palazzo Pubblico. Roberto Di Jullo non è nuovo ad esperienze in città dove in passato, ha già presentato una personale ai Magazzini del Sale e ha partecipato più volte a “Cavalli d’Autore”, mostra collettiva che riunisce interpreti della figura del cavallo.

E proprio i cavalli dinamici di Roberto Di Jullo sono protagonisti del “cencio” presentato dallo storico Duccio Balestracci. Un’opera ricca di segni, che custodisce anche una dedica speciale dall’artista al figlio, scomparso prematuramente per un incidente stradale. Oltre ad una traccia importante che testimonia le origini dell’artista: “Un racconto affidato nuovamente alla simbologia con lo stemma di Pescocostanzo, città in cui lavora, quello di Siena, di cui si è innamorato, della sua regione nativa ed infine della Regione Toscana”, come si legge nelle note del Comune di Siena.

“Un contributo alla vostra straordinaria storia millenaria – il commento di Roberto Di Jullo durante la presentazione -. Ho speso ogni singola pennellata con la passione e il rispetto e la devozione per un impegno professionale di una così grande importanza. Davanti a Siena per consegnare il frutto del mio lavoro, che una rosa blu sia con ognuno di voi. Dedico questo palio a mio figlio Federico. Con l’invito ad una buona “battaglia” a tutti”. Ad accompagnare Di Jullo alla presentazione a Siena un ospite d’eccezione, l’abruzzese Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca: “Un onore averlo con me” ha detto lo stesso artista.

“L’opera è un elegante quanto delicato dipinto didascalico, capace di generare una narrazione completa e puntuale del Palio nel pieno rispetto della tradizione, in cui non mancano cenni storici della città, ma anche della vita dell’uomo che l’ha dipinto, Di Jullo. Un racconto, una “fotografia” del passato e del presente – si legge nelle note del Comune di Siena – In alto, a protezione, il volto di una Madonna bambina con velo avvolto da un’aura di luce oro e una dedica: A te advocata nostra. Accanto una rosa blu i cui petali raccolgono due iniziali, quelle dei nomi della moglie Paola e del figlio Robert. Primo capitolo di questo racconto su tela di seta. Sotto, quasi in dialogo con la Vergine, in una tensione aspirazionale, un cavaliere che con forza propende il braccio al cielo. Indossa un’armatura segnata dalla lettera F. Un’altra dedica del maestro all’altro figlio Federico, prematuramente scomparso, ed ora protagonista nella storica battaglia di Montaperti che, nel 1260, vide le truppe ghibelline di Siena sconfiggere quelle dei guelfi di Firenze. Al centro del drappo, il secondo capitolo di grande impatto visivo. Un gruppo di 10 cavalli, elemento stilistico di Di Jullo. Trasmettono forza e impeto. Caratteristiche richieste su un campo di battaglia, che sia Montaperti o l’anello di Piazza del Campo. Ma anche fluidità”.