Pasqua, tanti molisani la passeranno a casa: il piatto principe è l’insalata della tradizione

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TERMOLI – Il 65% degli italiani ha deciso di consumare a casa propria o di parenti e amici il tradizionale pranzo di Pasqua per il quale è stimata una spesa media di quasi 70 euro a famiglia. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè “La Pasqua 2019 degli italiani a tavola”. Il Molise non farà eccezione.

L’alimento più rappresentativo della tradizione pasquale per la maggioranza resta la carne d’agnello, che viene servita in oltre la metà delle tavole (51%) nelle case, nei ristoranti e negli agriturismi. Il tradizionale pranzo di Pasqua – continua la Coldiretti – rappresenta infatti anche un appuntamento determinante per la sopravvivenza dei pastori in Italia, anche in considerazione delle difficili battaglie che gli allevatori stanno affrontando per vedersi riconosciuto un giusto prezzo per il latte.

Tornando alla nostra regione, non va in tal senso dimenticato cosa accadde un anno fa, quando il sindaco di Capracotta Candido Paglione fu aspramente criticato soltanto per aver ricordato che il territorio dell’Alto Molise deve molta della sua economia alla tradizione pastorizia, che ovviamente prevede anche l’allevamento e la commercializzazione della carne d’agnello.

E tra i dolci sulle tavole degli italiani sono immancabili la Colomba che è scelta dal 70% delle famiglie a pari merito con l’uovo di cioccolato quest’anno si assiste alla riscossa delle specialità regionali preparate in casa in quasi sei famiglie su dieci (59%) nel rispetto delle tradizioni locali. Si tratta – continua la Coldiretti – di dolci caratterizzati spesso da sapori forti che hanno le uova tra gli ingredienti principali, come la scarcedda lucana che è un dolce ripieno di uova sode o la torta pasqualina della Liguria che è un rustico ripieno di verdura, uova e parmigiano.

Da nord a sud le ricette della Pasqua caratterizzano l’intero Paese. Se in Romagna sono di rigore i passatelli, in Molise è immancabile l’insalata “Buona Pasqua” con fagiolini, uova sode e pomodori.

Come dimenticare, poi, gli gnocchi filanti in Piemonte, la minestra di brodo di gallina e uovo sodo e le pappardelle al ragù di coniglio in Toscana, ma anche la corallina, salame tipico accompagnata dalla pizza al formaggio mangiata a colazione in tutto il Lazio. In Puglia – continua la Coldiretti – il principe della tavola pasquale è il Cutturiddu, agnello cotto nel brodo con le erbe tipiche delle Murge, in Veneto onnipresenti su tutte le tavole della festa pasquale sono le tipiche “vovi e sparasi”, uova sode, decorate con erbe di campo, e in Trentino le polpettine pasquali con macinato di agnello.

In Friuli Venezia Giulia – precisa la Coldiretti – è il tempo delle titole, piccole treccine dolci che avvolgono un uovo colorato di rosso mentre in Campania spopola la pastiera, un capolavoro napoletano con ricotta, germe di grano e buccia d’arancio. E ancora in Calabria – continua Coldiretti – si prepara la cuzzupa, una pagnotta dolce la cui dimensione cresce con l’età del membro familiare, ma anche pitte con niepita che sono dolci a forma di mezzaluna da mangiare sia caldi che freddi.

In Piemonte – continua la Coldiretti – a Pasqua non si può non gustare lo squisito Salame del Papa, un goloso salame di cioccolato a base di burro, uova, biscotti sbriciolati e nocciole. Nelle case degli Altoatesini a Pasqua è onnipresente un pane pasquale all’anice conosciuto con il nome tedesco di Osterfochaz, mentre in Sardegna – informa la Coldiretti- si trova il massimo dell’eleganza con le Pardulas, stupende e soffici dolcetti a base di formaggio, le più apprezzate o a base di ricotta, più delicate e leggere.

Ancora oggi nelle Marche le “vergare” iniziano a impastare le Ciambelle chiamate “strozzose” il giorno della passione di Cristo per farle riposare e cuocere il giorno di Pasqua, così come occorrono due giorni di tempo per preparare in Ciociaria, nel Lazio, la morbida Pigna pasquale che è anche il dolce tipico della Resurrezione cristiana in Molise – fa sapere la Coldiretti – In Toscana, invece, regna sovrana la Schiacciata Pisana che è un pane dolce dall’inconfondibile aroma di anice che viene accompagnato dal vin santo tipico della regione.

In Umbria a Pasqua, secondo la mappa Coldiretti, c’è la squisita Ciaramicola, un dolce tipico con alchermes, meringa e zuccherini colorati. E in Veneto ci sono le Brassadele, dolci amati dai Veronesi la cui forma ricorda in qualche modo la corona di spine portata da Gesù. In Emilia-Romagna si degusta il Bensone o Belsòn è uno dei dolci più antichi e tipici della tradizione modenese fatto di una pasta frolla arrotolata e spesso farcito con il “savòr”, una marmellata di mosto d’uva. In Sicilia – conclude la Coldiretti – a Cuddura cu l’ova, antica preparazione pasquale che al suo interno contiene uova sode intere e in Puglia le tipiche scarcelle.

Se 2 italiani su 3 hanno scelto le mura domestiche per festeggiare l’appuntamento, non manca chi preferisce il ristorante o l’agriturismo dove – sottolinea la Coldiretti – si stimano 350mila persone a tavola. Tornano le grandi tavolate e in media, su ogni tavola di Pasqua ci saranno 8 persone – spiega Coldiretti – che nella stragrande maggioranza dei casi (80%) consumeranno un menù tradizionale con piatti tipici regionali, ma ci sarà anche un esiguo 5% che si mantiene a dieta in vista dell’estate e un 3% che mangia vegano o vegetariano.