Pizzone II, illegittima la proroga del Mase per il progetto Enel. Il Coordinamento contesterà la decisione del Ministero

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ISERNIA – Si è tenuta a Isernia nel pomeriggio di domenica l’assemblea del coordinamento No Pizzone II, che ha visto la partecipazione di numerosi attivisti provenienti dalla provincia di Campobasso, da quella de L’Aquila e persino da Pescara. A sostegno del Coordinamento, è giunta anche l’adesione dell’Associazione per la Salvaguardia e la Promozione degli Interessi dei Residenti all’Estero (ASPIRE), i quali in un messaggio hanno voluto esprimere la loro contrarietà al progetto Enel e hanno sottolineato l’incompatibilità della nuova centrale con le iniziative di promozione del “turismo di ritorno” dei quali i nostri amministratori si fanno portavoce in qualsivoglia vetrina del Belpaese all’estero.

La riunione è stata prevalentemente incentrata sull’analisi della decisione del Ministero dell’Ambiente di concedere una proroga a Enel per la presentazione di soluzioni progettuali integrative al progetto di realizzazione della nuova centrale. In questo contesto è stato evidenziato che la decisione del MASE di concedere la proroga fino al 31 agosto 2024 è da ritenersi assolutamente illegittima rispetto a quanto previsto dalle norme che regolano i progetti ricadenti nell’ambito del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima. Rispetto a tale violazione, è stata individuata la necessità di attivarsi a breve con azioni formali tese a contrastare le decisioni assunte dal MASE.

Sul tavolo anche le iniziative di mobilitazione da intraprendere nelle prossime settimane, in particolare la necessità di porre la questione all’attenzione della Comunità Europea, e di coinvolgere la politica che finora poco si è interessata alla vicenda se non a livello locale ed è stato poi stabilito di intensificare le occasioni di informazione e sensibilizzazione popolare. Al vaglio dell’assemblea anche la possibilità di dotare il coordinamento No Pizzone II di personalità giuridica titolata a rappresentare, tutelare e difendere le comunità e l’ambiente che subirebbe l’attacco perpetrato da Enel attraverso la realizzazione della nuova centrale.