“Si tratta di un tema serio che va assolutamente risolto e disciplinato da una legge regionale così come già accaduto altrove – spiegano i due consiglieri – Quando parliamo di persone senza un tetto o senza fissa dimora parliamo di cittadini diventati poveri per i più svariati motivi e, per la legge se perdi la casa perdi anche la residenza e quindi anche il medico di base: un difetto normativo che si ripercuote sui più fragili e pertanto va cambiato. Soprattutto va impedito che questi cittadini siano messi ai margini della società di cui invece fanno parte nonostante le improvvise difficoltà”.
Per i due promotori, questa proposta di legge consente fra l’altro anche “un sostanziale risparmio per il sistema sanitario regionale, in quanto questa norma tende, inevitabilmente, a diminuire il frequente ricorso dei senza dimora ai “Pronto Soccorso il cui costo per la collettività è certamente superiore ad una visita del medico di base il quale, di contro, attraverso un percorso continuativo, previene, monitora, cura il paziente e lo orienta tra i vari servizi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale”.
“Estendendo la tutela sanitaria ai senzatetto – concludono Calenda e Cefaratti – vogliamo riempire un vuoto normativo, concretizzando pienamente un principio come quello del diritto alla salute che è sancito dalla nostra Carta Costituzionale”.
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