Lenticchie dal Canada, mandorle dalla California, arance dal Sudafrica, ciliegie dal Cile, pere dall’Argentina. Questi sono solo alcuni degli alimenti che percorrono migliaia di chilometri prima di arrivare sulle nostre tavole, e l’elenco potrebbe proseguire con molti altri prodotti presenti nelle nostre dispense.
In alcuni casi, la distanza tra il luogo di produzione e quello di consumo supera gli 11.000 chilometri, come nel caso delle pere argentine, un frutto che l’Italia coltiva già su larga scala, essendo tra i principali produttori mondiali. Ma quali sono i costi nascosti di questi viaggi intercontinentali?
In primo luogo, quello ambientale dovuto alla produzione e al trasporto degli alimenti; in secondo luogo, quello sanitario che quindi incide sulla nostra salute, perché, a causa di viaggi così lunghi, alcuni alimenti possono presentare difetti quali parti marce, rancidità, danni da insetti e muffe, oppure risultare contaminati dai gas disinfettanti.
Perciò è preferibile scegliere cibi coltivati a livello locale perché, oltre ad essere più freschi, non hanno bisogno di conservanti o trattamenti chimici per prolungare la loro durata.
Questi temi saranno al centro dell’incontro di domani promosso dall’assessorato all’Ambiente del Comune di Campobasso. Appuntamento alle ore 18:00, presso la Bibliomediateca comunale di Campobasso, con la partecipazione di Nicoletta Radatta, consulente e formatrice esperta in alimentazione e politiche del cibo.
L’incontro è aperto a tutti e ad ingresso libero.
L'Opinionista © since 2008 - Molise News 24 supplemento a L'Opinionista Giornale Online
reg. tribunale Pescara n.08/2008 - iscrizione al ROC n°17982 - P.iva 01873660680
Pubblicità - Contatti - Privacy Policy - Cookie Policy