Bregantini, discorso per l’insediamento del nuovo Arcivescovo di Campobasso-Bojano Biagio Colaianni

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giancarlo bregantiniCASTELPETROSO – Pubblichiamo qui di seguito alcuni estratti del discorso di GianCarlo Bregantini, Arcivescovo Emerito, per l’insediamento del nuovo Arcivescovo di Campobasso-Bojano Biagio Colaianni: “Venerati confratelli nell’Episcopato! Cari presbiteri! Cari diaconi, consacrati e consacrate! Distinte Autorità! Cari fratelli e sorelle! Sono veramente commosso e grato al Signore di poter vivere in comunione con tutti voi questo momento di grazia, nell’abbraccio rassicurante della Vergine Maria, alle cui mani ho affidato il mio ministero di Vescovo, 16 anni fa. Era il sabato 19 gennaio 2008, quando sono giunto tra di voi, tra molta trepidazione e speranza. Il Signore oggi, sempre ai piedi di Maria Addolorata, mi concede di poter dire una sola parola. La più potente. Quella che ha segnato da sempre il mio essere discepolo e pastore. È la parola più bella e più dolce, che considero il punto di congiunzione tra la terra e il cielo. È il grazie!”.

Bregantini ha dato ai poveri “la precedenza su tutto e su tutti. Per questo rivolgo a loro il mio primo grazie, perché senza di loro sarei diventato un funzionario della fede, che predica la carità ma poi fa fatica a donare se stesso! Dico grazie ai poveri, perché davanti alla loro piccolezza e fragilità, ogni giorno ho potuto mantenere intatto il tesoro più grande: l’amore per il Vangelo, quell’amore che mi ha portato alla decisione di farmi prete e di servire, sulle strade della storia, quanti cercano ascolto, attenzione e conforto. A loro il Signore mi ha dato la grazia di portare la carezza di Dio. Sono essi, infatti l’Epifania decisiva del mio stringermi al Signore Gesù, Crocifisso e Risorto! Ho toccato come Tommaso le sue ferite, esclamando spesso con giubilo “Mio Signore e mio Dio”. Ho immerso tutto me stesso nel mistero di quelle ferite che, nella fede e nella consolazione fraterna, si sono trasformate in vere feritoie di grazia, con lacrime asciugate dai loro volti, lacrime che sono per me vere perle, accumulate per il cielo”.

Poi, rivolgendosi al nuovo Arcivescovo: “Possa tu, nel tuo ministero, formare un solo corpo vivente con questa Chiesa particolare, senza mai fermarti alle apparenze o alle maldicenze di qualcuno. Possa tu invece guardare questa terra, con gli occhi limpidi di chi contempla il Molise e scorge ovunque il volto di Dio. Resta libero, per essere un pastore nella gioia, proprio come ci dice questa domenica, “Laetare!”. Non ti manchi mai perciò la Luce della Pasqua che trasforma il buio del sepolcro in giardino, sull’esempio di Maria di Magdala, patrona del nostro Sinodo diocesano! Tuo riparo sia il Signore che ti segue, i santi di questa terra, Bartolomeo e Giorgio, e i tanti cuori che già ti amano. Allora saprai superare, come anch’io ho sperimentato, gli inevitabili momenti in cui è stato necessario salire in Croce con Lui, come ci ha insegnato il Venerabile fra Immacolato, che presto speriamo di vedere Beato assieme a mons. Bologna, martire della pace”.

E infine: “Possa tu attirare questo popolo verso la fiducia evangelica, nel segno del martirio della fedeltà a Cristo Signore e altresì partecipe della vita risorta di Lui, a salvezza di tutti, nella Liturgia del Non temere. Sono certo che porterai l’abbraccio del Buon Pastore, con cuore grande, a vicini e lontani. A te, affido tutti i germogli spuntati, in questa parte di vigna che il Signore ci ha chiesto di coltivare. Possa tu nutrire ciò che è vivido, rinverdire ciò che manca ancora di coraggio e alimentare i germogli nuovi, che attendono di essere fedelmente accompagnati da te. Possa tu, infine, sentirmi accanto a te, nella comunione silenziosa e devota, come chi si appresta ora ad accogliere l’invito dolce del Signore, di andare in disparte (Mc 6, 31) a riposare un po’, per gustare ancor più la Sua presenza, nella mia vita di apostolo, innamorato di Lui, pronto al servizio di Padre Spirituale aggiunto in Seminario a Chieti e nella predicazione dei vari corsi di Esercizi Spirituali, nelle diocesi in Italia. Nella fondata certezza che Gesù è sempre con te, carissimo Biagio, e con tutti noi. Su di te sia piena la Pace. Amen!”.