“Senza voler ricordare le colpe del mondo venatorio e l’immissione sconsiderata di cinghiali alloctoni, con conseguente ibridazione, che è la causa principale di questa situazione – prosegue l’associazione in una nota – riteniamo che non si risolva il problema della loro proliferazione concedendo maggiore libertà di scelta ai cacciatori”. Legambiente Molise considera importante coinvolgere tutti gli attori del territorio “al fine di realizzare le attività gestionali (caccia, controllo, verifica e risarcimento dei danni, raccolta delle informazioni etc.) sin dalla fase organizzativa”.
Infine conclude criticando la caccia come unica soluzione al problema: “Le politiche venatorie applicate negli anni precedenti sono le principali responsabili di questa situazione; ciò vuol dire che la soluzione non può venire dalla caccia, attività condotta per scopi ludici (impossibile definirla sport) da operatori non professionali. A pagare le conseguenze di tale stato di cose in questi anni sono stati gli agricoltori, che aspettano da troppi anni il ristoro economico da parte della Regione; quest’ultima deve accelerare il pagamento degli indennizzi per i danni da fauna, al fine di dare una boccata d’ossigeno alle aziende agricole”.
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