Ne è convita Coldiretti Molise, che esprime apprezzamento per il progetto Cis Molise Sviluppo turistico lungo i tratturi, presentato oggi (13 maggio) nella Sala consiliare del Comune di Campobasso. Lo stesso vede impegnati i ricercatori del centro BioCult “Risorse bioculturali e Sviluppo locale” dell’Università degli Studi del Molise e mira a una rigenerazione delle vie tratturali che attraversano la regione.
Considerati le autostrade del passato, dimenticati per decenni, i tratturi oggi sembrano vivere una nuova stagione grazie alla presenza, lungo i loro percorsi, di aziende agricole, zootecniche e agrituristiche, spesso guidate da giovani che hanno deciso di restare nella loro terra a lavorare in agricoltura. I giovani imprenditori, grazie alle opportunità offerte loro dalla multifunzionalità aziendale, stanno così spesso affiancando l’agricoltura, come anche l’allevamento e la pastorizia, ad attività di natura turistica.
Opportunità, ricorda Coldiretti Molise, riconosciute alle aziende agricole dalla Legge di Orientamento (la n. 228/2001) che, fortemente voluta dall’Organizzazione, ha permesso alle imprese agricole di non essere più confinate alla sola produzione di alimenti, ma ha aperto loro la strada a nuove attività connesse all’agricoltura utili alla collettività.
Così il visitatore, oggi più che mai attratto da luoghi autentici, può trovare nelle aziende agricole e agrituristiche, che sorgono lungo i tratturi, il buon cibo, sano e genuino, abbinando l’esperienza gastronomica con una serie di variegate attività che spaziano dalla partecipazione alla transumanza, in alcuni periodi dell’anno, alla didattica per far conoscere la campagna ai più piccoli, fino alla cultura con visite guidate a siti di interesse storico/artistico; il tutto sempre nel segno della sostenibilità e della tutela dall’ambiente.
Tutto ciò, conclude Coldiretti Molise, sortisce una serie di effetti positivi sia dal punto di vista ambientale che socio-economico. Poter contare su aziende che restano sul territorio, specie in aree montane e interne, consente infatti di arginare lo spopolamento dei nostri borghi, assicurando al contempo una manutenzione costante del territorio che limita i danni derivanti dal dissesto idrogeologico e, non da ultimo, contribuisce a creare nuova occupazione e dunque nuova ricchezza per le comunità di questi territori.
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