Il Molise, il cui territorio confina con la provincia di Foggia che è ancora una delle aree che detiene il primato nazionale per superficie coltivata a cereali e contribuisce con circa il 20% alla produzione italiana di grano duro, è tra le zone che hanno registrato i risultati più deludenti. Le condizioni climatiche hanno infatti determinato un calo produttivo di almeno il 20% rispetto al consueto potenziale. Secondo l’analisi Coldiretti su dati Ismea, elaborati sui dati della Borsa Merci di Foggia, punto di riferimento per i prezzi dei cereali, nonostante i risultati al di sotto delle aspettative, i prezzi pagati agli agricoltori restano bassi, con le quotazioni del grano duro che a luglio hanno perso un altro 6%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e il 15% rispetto a febbraio 2025. Dall’altra parte i costi di produzione aumentano e a tali condizioni si mettono a rischio le prossime semine autunnali del grano.
A pesare è ancora una volta il fenomeno delle importazioni selvagge, con i primi quattro mesi del 2025 che hanno visto un incremento degli arrivi del 28%, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, con l’effetto di far crollare il prezzo di quello nazionale. Le importazioni di grano canadese sono addirittura raddoppiate nello stesso periodo rispetto alla campagna commerciale precedente. “Si tratta di una vera e propria invasione – afferma Aniello Ascolese, direttore regionale di Coldiretti Molise – che conferma un trend ormai consolidato: negli ultimi anni diversi Paesi, dal Canada alla Turchia fino alla Russia, si sono alternati nell’inondare il mercato italiano di grano. Tra l’altro gli arrivi aumentano proprio in prossimità del periodo di raccolta nazionale, contribuendo al crollo dei prezzi”.
A destare ulteriore preoccupazione è il fatto che il grano estero venga spesso coltivato utilizzando sostanze da tempo bandite in Europa. Un esempio è quello del Canada, dove questo viene trattato in pre-raccolta con glifosato, una pratica vietata in Italia. “Insistiamo – sottolinea il presidente di Coldiretti Campobasso, Giacinto Ricciuto – con il pretendere che venga rispettato il principio di reciprocità, secondo il quale non devono essere introdotti sul mercato italiano prodotti agroalimentari che non rispettino gli stessi standard sanitari, ambientali e sociali imposti alle imprese europee”.
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