Per Iorio, dunque, è necessario effettuare uno screening più capillare in quanto “il problema del contagio è la diffusione dei pazienti malati e forse le nostre dimensioni potrebbero suggerirci di effettuare test di massa, o allargati, supportati dalle strutture pubbliche come Regione, Comuni o altre istituzioni, per individuare gli infettati e non solo le percentuali che vengono esaminate. Se continuiamo in questo modo – ha aggiunto – nascondiamo tutte le possibili infezioni che diventano nuovi cluster e nuove emergenze. Il numero dei tamponi che vengono processati – ha concluso – è assolutamente ridicolo rispetto all’emergenza che stiamo affrontando”.
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