“Ho scoperto che gli aggettivi più abusati per descrivere il Sud che resiste, qui non c’entrano nulla – scrive la Lucarelli nel pezzo – Non è quel Sud fiero, orgoglioso, che alza la voce quando il resto del paese se lo dimentica. C’è, in Molise, la diffusa rassegnazione di luogo lasciato solo, in cui chi è rimasto ha imparato a bastare a se stesso. E’ così poco raccontato, il Molise, che il Molise stesso ha perso la capacità di raccontarsi”.
E ancora: “Quando arrivi in un posto la gente ti guarda come fossi pazzo, come se davvero tu avessi sbagliato strada e fossi finito lì per caso. Per poi raccontarti la sua storia, la storia di questa terra, con la gentilezza modesta e luminosa dei molisani, che tanto ho amato in questo viaggio”. Infine, Selvaggia conclude: “Il mal di Molise esiste”.
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