PIZZONE – “A due anni dalla scoperta del progetto “Pizzone II” di Enel, depositato presso il Ministero dell’Ambiente, la minaccia ancora incombe: il territorio resta bloccato, le comunità vivono nell’incertezza e gli investimenti sostenibili sono fermi. Il progetto, che prevede gallerie e cantieri nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e nelle sue aree contigue, minaccia l’ambiente e lo sviluppo locale. Gravissimo il silenzio delle Regioni Abruzzo e Molise: in Molise due proposte di delibera contrarie giacciono da mesi senza mai essere discusse. Il Coordinamento No Pizzone II chiede alle istituzioni una presa di posizione netta: il territorio non può restare ostaggio di un progetto anacronistico e devastante”. Così il Comitato No Pizzone.
“Il 4 settembre – aggiunge – segna il secondo anniversario della scoperta fortuita dell’esistenza del progetto “Pizzone II” da parte di comuni cittadini dell’Alta Valle del Volturno, presentato da Enel al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per la valutazione di impatto ambientale. Due anni in cui il nostro territorio è rimasto sospeso nell’incertezza, senza alcuna risposta né da parte delle istituzioni nazionali né da parte delle regioni direttamente coinvolte. Il progetto, di dimensioni imponenti e a forte impatto ambientale, prevede il collegamento dei laghi di Montagna Spaccata e Castel San Vincenzo mediante dieci chilometri di condotte in grandi gallerie scavate nella roccia del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, oltre a una serie di grandi cantieri che altererebbero in modo irreversibile l’equilibrio paesaggistico e ambientale della zona”.
Nel frattempo, “la sola presenza di questa ipotesi progettuale ha già prodotto un effetto devastante sul futuro del territorio: investitori e operatori che avevano in programma attività sostenibili e innovative hanno congelato ogni iniziativa, temendo di trovarsi di fronte a uno scenario devastato dai cantieri. Due anni di immobilismo significano due anni di occasioni mancate per le comunità locali”.
“Gravissima”, per il Comitato, è “l’assenza di una presa di posizione seria da parte delle istituzioni regionali. L’Abruzzo fin dall’inizio sembra ignorare il problema. Presso il Consiglio Regionale del Molise due proposte di deliberazione contraria al “Pizzone II” giacciono da 10 mesi all’ordine del giorno senza mai essere discusse né votate, nonostante i pareri nettamente contrari al progetto dell’Enel degli organi tecnici regionali. Un silenzio che pesa e che lascia il territorio senza difesa politica”.
E infine: “Le scadenze previste dalle norme che regolano le procedure di approvazione presso il Ministero dell’Ambiente e della Transizione ecologica sono ormai state ampiamente superate. Il Coordinamento No Pizzone II ribadisce con forza la propria contrarietà a un progetto anacronistico, incompatibile con la tutela dell’ambiente, della biodiversità, e le prospettive di sviluppo sostenibile di quest’area. Chiediamo alle istituzioni di uscire dall’ambiguità e di assumere una posizione chiara e definitiva. Dopo due anni di attesa e incertezza, è tempo che si dica una parola definitiva: il nostro territorio non può continuare a vivere nell’ombra di un progetto che nessuno vuole, ma che nessuno sembra avere il coraggio di fermare”.