PESCARA – Un’ovazione a fine esibizione e tanta felicità, questi gli esiti corroborati da sorrisi in quel di Pescara presso la splendida location dell’Auditorium Flaiano, ubicato sul bellissimo lungomare C.Colombo. “La zita quann sposa” lo spettacolo, a cura della Compagnia di cultura popolare “Le Bangale” di Baranello, ha letteralmente mandato in visibilio le centinaia di persone accorse per omaggiare l’organizzazione a cura di Michele Di Nallo, che ogni anno offre alla sua Pescara, città adottiva, emozioni e possibilità di trascendere il tempo e trasportare il passato nel presente.
Michele, baranellese di nascita, da oltre cinquanta anni risiede a Pescara dove offre lavoro a decine di molisani nel suo caseificio industriale. “Mai dimenticherò il mio paese natio. Il legame sempre solido mi porta a organizzare serate come questa e ripercorrere la vita passata in allegria ma non senza nostalgia. Nonostante la vicinanza tra la città di Pescara e la mia Baranello, il mancar del profumo, dei sapori e della gente del mio paese natio, rende incolmabile la distanza” – dichiarazione d’amore quella di Michele che lascia segni su visi e nei cuori. E così, anche quest’anno, Pescara si veste di molisano con il gruppo guidato da Giovanni Mattei che, con il folklore, la passione, il presente e il futuro, pone l’accento al non dover dimenticare le origini e i ricordi indelebili di vita.
Le distanze si accorciano e si diventa più partecipi all’aggregante voglia di condivisione. Il gruppo, composto da oltre 35 elementi, ha offerto al pubblico uno spettacolo di grandissima suggestione che, nel ripercorrere le fasi cerimoniali del matrimonio Baranellese: dalla dote alla festa del matrimonio, passando per la sottomissione alla suocera e alla condivisione dell’allegria, ha consacrato il rapporto tra due regioni, Abruzzo e Molise che da sempre sperano in un ritorno alla condivisione culturale e politica. La presenza del Sindaco di Pescara Carlo Masci, e di quello di Spoltore Chiara Trulli, hanno di concerto concretizzato un vicendevole scambio di doni tra i sindaci, tra cui anche Riccardo Di Chiro sindaco di Baranello.
“Decisamente una giornata che merita lungo ricordo e proseguo di incontri tra le tre amministrazioni. Non si può venir meno alle origini e tramite esse progettare il futuro. Oggi si è posata una pietra miliare per un futuro collaborativo”, così il sindaco molisano nel momento dei saluti. Una giornata di festa che consacra la molisaneità quale veicolo d’amore a prima vista e conclama l’accoglienza abruzzese. Il costume di Baranello è quello della festa e la sposa lascia tutti a bocca aperta. La bellezza della fattezza dei costumi originali sa di onirico e spumeggia di saperi manifatturieri dal concetto della perfezione. I colori e i suoni degli strumenti d’accompagno ai balli, donano splendore a perfette movenze che, nello scandire il tempo, fanno tremare le sedie e renderle anch’esse strumenti da applausi.
“Evviva il Molise!” si ode nella bella sala. Sarà un molisano? L’arcano è subito svelato! L’urlo è di chi ama la cultura e per la cronaca non trattasi di paesano, ma di un oriundo abruzzese che con il suo urlo a cui fa eco un altro, un altro ancora e ancora un altro, vorrebbe vederci tutti uniti nel segno della felicità. Il folklore è questo e per questo un sentito grazie a chi è resiliente e dichiara vittoria per i restanti.