Grande successo per la mostra di Gino Berardi a Campobasso

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mostra berardi campobasso
Gennaro Petrecca, Gino Berardi e la curatrice Deborah Marchitto- Foto di Del Balso Fabio

CAMPOBASSO – Si è chiusa lo scorso 10 gennaio la mostra personale dell’artista abruzzese Gino Berardi a Campobasso. La stessa è stata ospitata presso la Fondazione Cultura Molise dal 16 al 30 dicembre ma prolungata anche nel mese successivo. Dal titolo “Dall’impressionismo all’astratto informale” la mostra ha dato l’occasione di poter ammirare una quarantina di opere appartenenti ai due periodi artistici. Riscontrato grande successo di pubblico e critica.

Il critico Gennaro Petrecca ha presentato la mostra curata da Deborah Marchitto negli splendidi spazi messi a disposizione dalla Fondazione Cultura Molise presente in via Milano nel capoluogo molisano. Nel corso del grande buffet presenti vini e spumante Mucci caratterizzati da bottiglie con etichette figuranti opere di Berardi.

opera gino berardi campobasso

Tra i numerosi riconoscimenti all’artista Berardi ricordiamo quello dello scorso 5 agosto quando ha ricevuto il riconoscimento Crocetti nell’ambito del premio internazionale Dean Martin. Lo stesso premio è stato intitolato alla memoria di Gaetano Alfonso Crocetti, il papà del famosissimo attore, cantante Dean Martin, barbiere di Montesilvano partito nei primi anni del 1900 per l’America. L’artista sulle pagine social ha fornito una dedica speciale al nonno Luigi: “dedico questo riconoscimento a mio nonno Luigi emigrato giovanissimo in Argentina gia’ nel 1888, tornato in Italia nel 1905 sposo’ mia nonna Maddalela per poi ripartire subito per l’America dal porto di Napoli con una nave a vapore in terza classe, un mese di navigazione per raggiungere la destinazione di Houston City nel Texas. Li nacquero due figli Arturo e Alberto. Nel 1922 si trasferirono in Francia nella Marne regione dello Champagne dove nel 1924 nacque mio padre Verino. Alcuni anni prima della seconda guerra mondiale i miei nonni tornarono definitivamente in Italia (nel loro amato Abruzzo) insieme a mio padre allora ancora minorenne, ma subito dopo la seconda guerra mondiale mio padre raggiunse i due fratelli (ormai cittadini Francesi) da emigrante lavoratore stagionale. I primi anni da solo e poi insieme a mia madre fino ai primi anni 60 … e tanto per mantenere la tradizione anch’io emigrato per scelta dal 1963 al 1973 in Svizzera”.