Le normative nazionali consentono la commercializzazione di 50 esemplari al giorno mentre i finanzieri della città, la scorsa settimana hanno sorpreso due pescatori sportivi con 2 mila ricci appena pescati e, oggi, altre 4 persone con 4 mila ricci. Si tratta di “sportivi” che arrivano da Trani e dintorni solitamente con “ordinativi” già in tasca per poter smerciare il prodotto freschissimo che viene rivenduto senza i controlli igienico-sanitari a 1 euro a pezzo. Un fenomeno che va ad alimentare il mercato nero dei “paracentrotus lividus.
I 4mila ricci pescati alle Tremiti abusivamente sono stati rigettati in mare ancora vivi dal Roan e avrebbero avuto un valore commerciale di 4 mila euro. Per i pescatori sono scattate sanzioni amministrative di 2 mila euro ciascuno. Il Roan ha messo in atto un vero e proprio “giro di vite” per bloccare la pesca di frodo nell’arcipelago tremitese, divenuto meta sempre più di sovente di pescatori della provincia di Bari che, per far quadrare i conti a fine mese, raggiungono la riserva marina protetta per pescare i ricci di mare e rivenderli “in nero”.
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