La storia del Generale Tozzi, protagonista in una Missione Militare

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Fu responsabile, durante la Prima Guerra Mondiale, della importante Missione Militare Italiana a New York incaricata degli approvvigionamenti alimentari e militari. Era nato a San Martino in Pensilis (CB) nel 1861

tozziSAN MARTINO IN PENSILIS – Pasquale, Antonio, Maria Tozzi nacque a San Martino in Pensilis (CB) in strada Palazzo, il 7 marzo 1861, da Don Francesco (trentanovenne “dottor fisico” e figlio di Don Gennaro) e Donna Maria Michela Pollice (trentaduenne).

L’atto di nascita fu registrato dinanzi all’allora Sindaco di San Martino in Pensilis Domenico Farina. Pasquale Tozzi scelse la carriera militare e in questa veste ricoprì quasi tutti i maggiori incarichi.

Tra le altre cose fu comandante la scuola d’artiglieria. Il particolare il Generale Pasquale Tozzi fu responsabile della Missione Militare Italiana a New York incaricata degli approvvigionamenti alimentari e militari sui mercati americano e canadese. Era scoppiata la Prima Guerra Mondiale.

Il Generale Tozzi fu incaricato di dirigere, per quella missione, anche i servizi logistici, amministrativi e aeronautici. Nel 1921 il Generale Pasquale Tozzi si rese promotore di una significativa iniziativa donando, all’Ambasciatore americano Robert Underwood Johnson , un’artistica statua di un alpino da far giungere all’Army and Navy Club di Washington.

Nel suo intervento, durante la cerimonia di consegna, il Generale Tozzi accennò ai legami di sangue e di amicizia che hanno sempre unito l’Italia e l’America e ricordò la cordialità, fatta di ospitalità fraterna, dimostrata dagli ufficiali americani prima e dopo l’intervento dell’Italia in guerra. Successivamente alla sua missione non mancarono polemiche sul suo operato.

Queste portarono anche l’apertura di una inchiesta. Ma come si evince da questo articolo apparso su “Il Carroccio” tutto si risolse in onore del generale Tozzi: “Il Generale Tozzi che fu capo della missione militare negli Stati Uniti per gli approvvigionamenti di guerra, lasciato il comando dell’artiglieria del Corpo d’Armata di Roma, ha chiuso la sua carriera di servizio attivo permanente salutato da un leale ordine del giorno del Comando d’Armata. Vogliamo anche noi salutare l’uscita dal servizio attivo di questo nobile soldato della nostra guerra che, nel sacrificio e nell’oblio ingiusto, fu non ultimo autore della grande vittoria. Un suo ardito provvedimento fece sì che Cadorna ricevesse dall’America una quantità eccezionale di armi e munizioni servite provvidenzialmente a fermare l’invasione tedesca dal Trentino. Che cosa valesse l’opera del Generale Pasquale Tozzi è confermato dalla sua rivendicazione fatta dall’inchiesta di guerra. L’uomo ebbe amarezze infinite nella dura lotta sostenuta contro gli sciacalli che s’erano lanciati all’arrembaggio delle provviste di guerra. Nella lotta Pasquale Tozzi vinse, perché dimostrò come, pur maneggiando miliardi di dollari, un soldato d’Italia possa rimanere povero, ricco soltanto di coscienza e di onestà. Il Carroccio difese nell’opera del Tozzi la dignità dell’esercito che si voleva calunniare; difese in lui il silenzioso organizzatore della difesa della Patria che originava in America; e lo saluta oggi portandogli il ricordo degli Italiani di qui che lo ammirarono nelle ore tremende della sua responsabilità, delle sue ansie, del dovere compiuto per il Re e per la Patria”.

Sempre in occasione del suo congedo dall’Esercito, nel 1932, il Capo di Stato Maggiore Generale, S.E. Badoglio, così lo volle salutare: “L’arma di artiglieria alla quale tu hai dato senza risparmio 45 anni di magnifica attività ti è particolarmente riconoscente e tutti gli artiglieri, vecchi e giovani, che ti ebbero maestro nelle scuole, o superiore e collega nei Corpi e nei Comandi ti seguiranno affettuosamente col ricordo come ti seguirono con fede nei delicati ed importanti incarichi che durante la lunga carriera la Patria volle affidarti”. Il Generale di Corpo d’Armata Pasquale Tozzi morì nel giugno del 1941.

A cura di Geremia Mancini – presidente onorario “Ambasciatori della fame”