Niko Romito: “Il Molise è un grande bacino per me, giusto lavorare con i grandi prodotti del territorio”

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TERMOLI – Venti relatori sul tema della transizione. Analizzata anche dal punto di vista alimentare, con la partecipazione di Niko Romito, chef Tre stelle Michelin, che ha portato il suo contributo in occasione della sesta edizione del Festival del sarà a Termoli, con un intervento in video la sera di sabato 11 settembre. Lo chef ha già partecipato a precedenti edizioni del Festival, in occasione delle quali ha raccontato della suggestione del cibo unito alla salute. A Termoli ha partecipato con un’intervista in video con Antonello Barone, ideatore del festival.

“Dopo qualche anno questa idea sta diventando concreta – commenta Niko Romito – Abbiamo lavorato per mettere a punto metodi di trasformazione del cibo. Un impegno che crea anche luoghi di formazione, di diffusione, come il progetto del mio campus a Castel di Sangro (Aq) con quattromila metri quadri di laboratori dedicati ai giovani, per creare la nuova figura del cuoco, con spazi per la ricerca. Fra i temi che cureremo, la ristorazione collettiva, fra ospedali, scuole, aziende. Un settore che ha il ruolo di far mangiare bene e diminuire i rischi legati alla malnutrizione. Altro tema da affrontare è educare a mangiar bene, soprattutto i bambini. C’è anche un progetto presentato alla Camera dei deputati, Nutrirsi a Scuola. Il nutrimento non è solo fisico, ma anche culturale. Bisogna educare le nuove generazioni a rispettare la biodiversità, la stagionalità, la circolarità e l’ambiente. La biodiversità va intesa come territorio che ruota intorno a quelle materie prime”.

Una modalità che lo chef affianca al settore del lusso. “Lusso moderno nel cibo vuol dire utilizzare ingredienti che raccontano un mondo, non solo dal punto di vista della qualità palatale, ma anche dicendo di tutto ciò che c’è dietro la trasformazione del cibo, dall’acquisto di un prodotto alla filiera. Ho diverse tipologie di ristorazione, dialogo con diverse fasce culturali nonché economiche della popolazione mondiale, dal tre stelle a modelli più accessibili. Penso ad Alt sempre a Castel di Sangro nonché a Spazio Milano, fino al progetto Bulgari nel mondo, al momento con quattro ristoranti, con tre in più nei prossimi cinque anni”.

Un lavoro, quello dello chef, legato all’identità della cucina italiana. “Il lavoro che sto facendo punta a far capire perché uso quei determinati ingredienti e cosa è quel piatto – aggiunge Niko Romito – Ciò vuol dire che anche dietro a un piatto inteso come povero c’è del lusso, letto come racconto del territorio e identità”. Fra i prossimi importanti appuntamenti per Niko Romito, rappresentare la cucina italiana al Padiglione Italia di Expo Dubai a ottobre, come unico chef scelto per questo ruolo: “Sarà una vetrina mondiale, di grande responsabilità. Il cibo per l’Italia rappresenta un driver fondamentale”.

Lo chef abruzzese non è nuovo a progetti e sfide visionarie, come quella di Casadonna, ex convento del ’500 nel parco Nazionale d’Abruzzo, diventato ristorante, camere e scuola di cucina professionale. “Era una struttura abbandonata – aggiunge lo chef – Un progetto visionario e rischiosissimo, un investimento enorme in un’area interna dell’Abruzzo. Mi davano per pazzo, oggi è un progetto consolidato da dove è nato tutto il mio sistema”.

E sempre il territorio in primo piano, con una nota sul Molise che ha ospitato di nuovo in piazza il Festival del sarà. “Il Molise è un grande bacino per me, penso al lavoro sul tartufo bianco, ai prodotti dal latte vaccino. E’ giusto lavorare con i grandi prodotti del territorio. Castel di Sangro guarda all’Abruzzo e al Molise, per me le due regioni sono unite, è giusto unire due territori nella costruzione del menù di un’offerta gastronomica”.