Presentata a Isernia l’associazione di promozione sociale Dedalo [FOTO]

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ISERNIA – Ieri, 17 aprile, presso il Presidio Turistico del Palazzo della Provincia in via Giovanni Berta a Isernia, l’associazione di promozione sociale Dedalo – archeologia e cultura si è presentata con una conferenza stampa.

Dedalo nasce dalla volontà di sette archeologi, accomunati da un’esperienza decennale nelle attività di scavo e ricerca presso il sito di Pietrabbondante. La frequentazione del territorio dapprima come studenti universitari e in seguito come collaboratori dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte ci ha permesso di scoprire il patrimonio culturale e le immense bellezze paesaggistiche del Molise.

Abbiamo imparato ad amarne le contraddizioni e i pregi e, mossi dal desiderio di contribuire alla crescita culturale e allo sviluppo della regione, sfruttando le competenze acquisite in questi anni, abbiamo deciso di costituirci come associazione. Da addetti ai lavori riconosciamo alla regione Molise un forte potenziale che deriva dal suo paesaggio culturale e naturale incontaminato, con forme di popolamento sparso e lunghi tracciati viari immersi nella natura.

Caratteri identitari unici, che parlano di tempi remoti, di sistemi insediativi paganico-vicani e di vie della transumanza: tratti distintivi che possono essere messi al centro di attività volte a generare un rinnovato interesse nei confronti della storia millenaria delle popolazioni che qui risiedevano. Nonostante la ricchezza di luoghi di interesse culturale e naturalistico, i dati rivelano per il Molise un numero di fruitori di tale patrimonio, statale e non (musei, aree archeologiche, monumenti etc.), pari solo allo 0,1% del flusso nazionale, con 150.893 presenze su 119.069.134.

Il numero non confortante di presenze registrate stimola una riflessione sull’ideazione di un nuovo approccio alla valorizzazione e alla promozione del patrimonio culturale e naturale. Un approccio centrato sui valori identitari e sul recupero della memoria collettiva circa le origini e la storia di questo territorio, che possa generare benessere sociale ed economico per le comunità.

Tutto ciò nell’ottica di aiutare ad arginare lo spopolamento e la depressione dell’economia del territorio e gettare le basi per lo sviluppo di un turismo culturale e sostenibile, promuovendo attività scientifiche e divulgative che valorizzino il patrimonio regionale e rendano consapevoli i cittadini del valore, materiale e immateriale, dei beni culturali e paesaggistici.

A tal fine Dedalo si propone di:

 generare connessioni tra nuove generazioni e territorio di appartenenza attraverso progetti di visite e laboratori didattici, ludici e sperimentali, realizzati su base scientifica;
 favorire l’accrescimento della conoscenza del territorio e il potenziamento dell’offerta culturale con iniziative quali conferenze, corsi tematici, visite e attività alla scoperta del patrimonio archeologico, storico e artistico, rivolte alle comunità locali ma anche a un pubblico nazionale e internazionale;
 contribuire alla riscoperta delle origini del Molise, mirando a eleggere la Regione a punto di riferimento per lo studio delle antichità italiche, attraverso una serie di incontri con studiosi internazionali aperti alla comunità scientifica e agli appassionati;
 collaborare con associazioni ed Enti aventi finalità analoghe e concorrere alla creazione di una rete di soggetti attivi sul territorio, al fine di potenziare l’offerta culturale.

L’associazione, in qualità di Ente di promozione sociale, ispirandosi ai principi della “Convenzione di Faro”, stipulata nel 2005 e non ancora ratificata, intende mettere in atto strategie di valorizzazione dell’eredità culturale per favorire la trasmissione delle conoscenze alle generazioni future e contribuire al miglioramento della qualità della vita e allo sviluppo sociale ed economico della collettività.

“Confidiamo di intraprendere questo percorso attraverso il più vasto coinvolgimento della società civile e in sinergia con istituzioni ed enti pubblici e privati, consapevoli di essere tutti responsabili della cura del patrimonio culturale e paesaggistico in quanto bene comune”, si legge in una nota.