Il rischio di ulteriori flessioni del comparto manifatturiero e l’espansione dei servizi, impongono più che mai di investire in formazione e riqualificazione professionale per far fronte all’impatto dell’automazione industriale e dell’intelligenza artificiale. Occorre, peraltro, favorire una riorganizzazione strutturale delle aziende e degli spazi di lavoro che tenga conto dell’aumento dello smart working e del telelavoro.
Sotto il profilo occupazionale, dunque, il 2022 potrà rappresentare un anno di svolta soltanto se verranno ripensati gli attuali modelli di lavoro e le relazioni industriali in modo da incentivare la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese. È cruciale, inoltre, implementare programmi come ‘Garanzia Giovani’ al fine di agevolare le assunzioni e intercettare la domanda crescente di nuove professioni come quelle legate al settore della salute e della gig economy accelerando, al contempo, la trasformazione digitale e la transizione energetica del Paese”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito alle prospettive occupazionali per il 2022.
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