Rapporto Banca d’Italia, in Molise prosegue la fase di recupero

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ISERNIA – Nel 2022 è proseguito in Molise il recupero dell’attività economica dopo il forte calo dovuto alla crisi pandemica, mostrando tuttavia segnali di un progressivo indebolimento nel corso dell’anno. E’ il quadro che emerge dal rapporto della Banca d’Italia presentato questa mattina a Isernia. Come nel resto del Paese, l’espansione della domanda interna ha perso slancio, frenata dalle crescenti spinte inflazionistiche e dal contestuale deterioramento del clima di fiducia di famiglie e imprese. Le vendite all’estero, dopo la sensibile crescita degli anni precedenti, sono tornate a diminuire per effetto del calo nel settore automobilistico, solo in parte compensato dalle maggiori esportazioni di prodotti alimentari e chimici.

Nel settore industriale il sondaggio autunnale della Banca d’Italia ha rilevato una prevalenza di aziende che hanno accresciuto il fatturato e le ore lavorate nei primi nove mesi dell’anno, sebbene meno accentuata nel confronto con l’edizione del 2021. L’impatto dei rincari energetici sui costi di produzione è stato rilevante, con diffuse ricadute soprattutto in termini di aumento dei prezzi; permangono inoltre le difficoltà di approvvigionamento di input essenziali ai processi produttivi, segnalate da oltre la metà delle aziende rilevate. Le attività delle costruzioni hanno continuato a crescere su valori ben al di sopra di quelli precedenti la pandemia, anche grazie al diffuso utilizzo degli incentivi alla riqualificazione del patrimonio edilizio.

Nei servizi privati, le attività turistiche e commerciali sono state sostenute dalla tenuta delle presenze nelle strutture ricettive regionali, stabilizzatesi su livelli superiori a quelli precedenti la pandemia, e dall’ulteriore recupero dei consumi delle famiglie, seppure in rallentamento anche per via della significativa crescita dell’inflazione. Le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate, grazie alla crescita nel primo semestre dell’anno dei livelli occupazionali e del tasso di partecipazione. Il ricorso agli ammortizzatori sociali si è sensibilmente ridotto, ma su un livello che resta storicamente elevato.