Protagonisti dell’incontro gli alunni delle classi quarte e quinte e una delegazione rossoblù guidata dal direttore generale Mario Colalillo, affiancato dal team manager Giacomo Reale, dal tecnico dell’Under 19 Giovanni Piccirilli e dal suo staff: l’allenatore in seconda Gianguido Di Biase, il preparatore atletico Stefano Gammieri e il preparatore dei portieri Vincenzo D’Ascanio. Con loro anche Kevin Magri, ex calciatore del Campobasso, oggi volto familiare per molti tifosi.
L’atmosfera, fin da subito, è stata quella delle grandi occasioni. Molti bambini, con addosso la maglia del Campobasso, hanno accolto gli ospiti con un lungo applauso e poi domande dirette e genuine: come nasce la passione per il calcio? Come si diventa professionisti? Mister Piccirilli, con un sorriso, ha ribaltato la prospettiva: “Secondo voi, cosa serve per giocare a calcio?” La risposta dei bambini è arrivata senza esitazioni: grinta e passione.
Poi la teoria ha lasciato spazio al corpo, al movimento, al gioco. La palestra si è trasformata in un piccolo campo d’allenamento: birilli, cerchi, cinesini e palloni hanno preso posto in pochi minuti. Niente dimostrazioni da bordo campo, nessun tempo morto. Gli ospiti rossoblù hanno guidato i bambini in esercitazioni pensate per farli sentire parte del gioco e non semplici spettatori. Piccoli circuiti, passaggi, cambi di direzione: gesti semplici, ma portatori di qualcosa di più grande. Tra una corsa e un applauso, il calcio ha mostrato il suo lato più vero: quello che si fonda sull’ascolto, sulla fiducia reciproca, sul divertimento che unisce.
Alla fine, un autografo, qualche foto, un pallone da firmare. E poi quella frase, ripetuta senza incertezze: “Forza Campobasso sempre”.
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