Dylan Dog e le epidemie tra passato e presente a Parliamone al Cuoco

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CAMPOBASSO – Si parla ancora una volta di lotta tra vita e morte, di pestilenza e di isolamento seguendo il filo conduttore della rubrica “Parliamone al Cuoco | Dalla peste al Coronavirus: le pandemie e la cultura” dando continuità alle attività della Web Radio TV Cuoco.

L’isolamento forzato che stiamo vivendo in questo periodo per cercare di arginare il contagio del Coronavirus è sicuramente un inedito nella storia recente, ma non per quei diversi autori che nel corso degli anni hanno parlato di virus, pandemie ed epidemie nei propri lavori appartenenti alla letteratura, al cinema e anche ai fumetti. Un alunno dell’Istituto Cuoco, Pio Luciano Di Giorgio della 4°B, ha deciso di raccogliere e commentare alcune avventure di Dylan Dog, il celebre protagonista della famosa serie horror italiana, in cui l’Indagatore dell’Incubo ha incrociato più volte un po’ di epidemie: nemici infimi e invisibili che hanno messo a dura prova l’ex agente di Scotland Yard.

Vediamo se nelle strisce del fumetto sono esistiti virus peggiori del coronavirus…. E scopriremo che anche il mondo del fumetto partecipa al movimento #iorestoacasa: Tiziano Sclavi, il “papà” di Dylan Dog, è intervenuto durante la pandemia di Coronavirus lanciando un messaggio ai lettori della serie in una tavola esclusiva.

“Come sempre, – scrive il ragazzo – non senza un pizzico di ironia, Dylan ci ricorda che anche nel più oscuro degli incubi si riesce ad intravedere un barlume di speranza. Anche questa volta ce la faremo!”.

Pubblicato da Web Radio TV Cuoco su Venerdì 3 aprile 2020

Dylan Dog e il killer invisibile

di Pio Luciano Di Giorgio | Classe 4^ sez. B | Istituto Professionale di Stato “Vincenzo Cuoco”

Dylan Dog – Studi di Claudio Villa

Creato dalla penna dello scrittore Tiziano Sclavi ed elaborato graficamente dal fumettista Claudio Villa, Dylan Dog è il celebre protagonista di una serie horror italiana. Pubblicate a partire dal 1986 da Sergio Bonelli Editore (all’epoca Daim Press), le avventure di Dylan hanno alternato l’orrore tradizionale con numerosi “omaggi” ai mostri classici, allo splatter moderno, ma anche al giallo, al surreale e al fantastico in genere, evolvendosi, nel corso degli anni, verso una sorta di “sophisticated horror comedy”.

Dylan è un ex agente di Scotland Yard, ha un passato misterioso, di cui si sa ben poco, e anche quel poco è avvolto in una dimensione onirica e surreale. Non a caso il sogno (o meglio l’incubo) e tutto ciò che sembra essere al di là della realtà sono i suoi interessi personali e professionali. A lui si rivolgono persone colpite o anche solo sfiorate dall’ala nera del soprannaturale: una donna che ha visto un morto risorgere dalla tomba e diventare uno zombi, un uomo ossessionato dagli spettri, una ragazza il cui fidanzato è stato ucciso da un mostro tentacolare… insomma, persone a cui la polizia non crede e che spesso rischierebbero di scivolare nella follia se non trovassero qualcuno disposto ad ascoltarle e ad aiutarle. Questo qualcuno è Dylan Dog, l’unico “Indagatore dell’Incubo” del mondo.

Dylan, a differenza di tanti, non rifiuta l’ignoto ma tenta anzi di penetrarlo e comprenderlo, specialmente quando il mistero e l’orrore si celano nel profondo dell’inconscio.

Le sue avventure si svolgono ai nostri giorni, quasi sempre a Londra o comunque nel Regno Unito, e comprendono praticamente tutti gli aspetti del fantastico. Spesso, però, i racconti di fantasia costituiscono un pretesto per affrontare tematiche sociali di attualità, purtroppo reali, quali l’emarginazione, le dipendenze, il razzismo, la violenza e i soprusi del potere. Non mancano sconfinamenti in territorio distopico: dalla fantapolitica agli scenari post-apocalittici, dalle catastrofi planetarie alle epidemie che minacciano l’estinzione della razza umana.

Quest’ultimo “nemico”, infimo ed invisibile, ha incrociato più volte il destino dell’Indagatore dell’Incubo e, in questo periodo di quarantena forzata a causa dell’emergenza Coronavirus, sta tornando con prepotenza portandoci a riscoprire gli albi datati e ad apprezzare le tavole inedite realizzate per sensibilizzare e responsabilizzare i lettori della serie.

Dylan Dog – Albo n.126 – “La Morte Rossa”

Il primo “incontro” tra Dylan e la mortale epidemia si consuma nell’albo n.126, pubblicato il 14 marzo 1997, intitolato “La Morte Rossa”. Il titolo è un chiaro richiamo al racconto “The Masque of the Red Death” di Edgar Allan Poe (ritratto a pagina 41, terza vignetta), in cui la “Morte Rossa” è appunto un’epidemia di peste. Dylan Dog è per la prima volta in trasferta in Italia, precisamente a Venezia, per indagare su un quadro dipinto da Jacopo da Verona, un pittore maledetto morto di peste alla fine del Cinquecento. Il dipinto ha come soggetto proprio la Morte Rossa: la peste cammina tra gli uomini, che cadono ai suoi piedi lungo le strade e i canali di Venezia. Nel dipingere l’opera, l’artista è riuscito a cogliere la reale essenza del “male”. Nei corpi ammassati degli appestati non v’è alcuna traccia di pietà cristiana ma solo orrore. Ora il suo quadro è portatore di un contagio mortale. Chiunque ne venga a contatto contrae la terribile infezione e muore fra atroci sofferenze. Dylan Dog, con l’aiuto del commissario Corradi, dà la caccia al più terribile degli incubi. Una caccia disperata, perché il killer è invisibile o almeno così sembra. Il dipinto si scopre essere opera di un falsario. Le indagini portano Dylan sulle tracce di un’oscura setta che coltiva in laboratorio la Pasteurella pestis con l’intento di diffonderla e distruggere così un mondo che ormai “volge al termine”. Il soggetto e la sceneggiatura di Gianfranco Manfredi trovano forma nelle straordinarie tavole illustrate da Corrado Roi. L’inconfondibile stile dark del fumettista varesino ben si presta a definire le atmosfere cupe e umbratili di un mondo flagellato dalla peste.

Dylan Dog – Speciale n.19 – “La Peste”

In virtù di questa naturale predisposizione, Roi assurge al ruolo di disegnatore “pestifero” della serie. A lui viene affidata anche la realizzazione dello Speciale n.19, “La Peste”, pubblicato nell’ottobre 2005. Scritta dall’ottima sceneggiatrice Paola Barbato, la storia è liberamente ispirata al capolavoro di Alessandro Manzoni, “I promessi sposi”. Anche qui ci troviamo di fronte a un matrimonio contrastato (quello tra Dylan e Anna Never), un misterioso personaggio che trama nell’ombra e non può essere nominato (Xabaras), una micidiale epidemia che semina la morte e trasforma una metropoli come Londra in un lazzaretto a cielo aperto. Inizialmente l’epidemia si diffonde come una virale fake news inventata ad arte dai mass media, i soli a mostrare il dilagare del terrore tra la gente. Il misterioso virus provoca orribili mutazioni fisiche e miete numerose vittime. La paura del contagio condiziona profondamente la vita dei cittadini: angoscia in metropolitana, terrore per le strade, incidenti mortali inspiegabili, evasioni dai penitenziari, gente in stato di shock. Il panico regna sovrano, la peste del terzo millennio è cominciata!

Dylan Dog – Albo n.397 – “Morbo M”

Il tragico epilogo sembra giungere con l’albo n.397 della serie, “Morbo M”, pubblicato il 28 settembre 2019. Direttamente collegata ai più intimi episodi “Mater Morbi” (albo n.280) e “Mater Dolorosa” (albo n. 361), la storia di Paola Barbato, disegnata ancora una volta da un ispirato Corrado Roi, ci consegna una Londra preda del cosiddetto “Morbo della Meteora”, una malattia multiforme e inarrestabile che sembra non avere cura. Eruzioni cutanee, scatti d’ira e mostruose mutazioni sono solo alcuni dei sintomi attraverso i quali si manifesta il morbo. Ai contagiati, temuti dalla popolazione sana, non resta che nascondersi o finire reclusi in ospedali sovraffollati. Il sistema sanitario nazionale, ormai al collasso, istituisce corpi speciali che a bordo di ambulanze battono le strade della metropoli per catturare tempestivamente chiunque manifesti i sintomi del morbo. È in questa Londra vittima dell’epidemia che l’Indagatore dell’Incubo è intento ad occuparsi di Billie Matter, la sua nuova fiamma, vittima del morbo il cui corpo rischia di consumarsi dall’interno, lentamente, fino alla morte. I medici non riescono a dare speranze e sembrano arrendersi al male. Impegnati nella ricerca di una cura, Dylan e l’ex-ispettore Bloch indagano sui rari sopravvissuti alla malattia, i “Figli della Meteora”, e su una serie di esperimenti condotti al centro di ricerche di Stockton. Qualcuno, forse, è riuscito a bloccare il decorso della piaga.
Il 22 marzo 2020, alle ore 13:13, sulla pagina Facebook ufficiale “Dylan Dog – Sergio Bonelli Editore” è stata pubblicata una tavola inedita, accompagnata dal seguente testo: “L’Indagatore dell’Incubo affronta uno dei mostri più temibili della sua carriera e lo fa grazie al suo creatore, Tiziano Sclavi, e al disegnatore Sergio Gerasi. Non diventate anche voi dei mostri, restate a casa!”.

Come sempre, non senza un pizzico di ironia, Dylan ci ricorda che anche nel più oscuro degli incubi si riesce ad intravedere un barlume di speranza. Anche questa volta ce la faremo!