“Felix” Mirando, “il re dei coltelli”, era molisano. Costruì la sua fortuna negli Stati Uniti

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Nato a Frosolone il 7 maggio del 1898 fu anche un generoso Filantropo

felix mirando frosoloneFROSOLONE (IS) – Felix Mirando in realtà si chiamava Felice Antonio Miranda ed era nato a Frosolone, in via Cavour n. 37, il 7 maggio del 1898 da Cosmo (“forbiciaio”) e Filomena Miller (“filatrice”).

Felice Antonio arrivò ad “Ellis Island” nel 1911, insieme alla madre, sulla nave “Cretic”. Negli Stati Uniti qualche anno prima erano già giunti il padre ed il fratello Michele.

Quest’ultimo insieme al compaesano Domenico Fazzano, con l’apporto del padre Cosmo, aveva aperto un negozio di coltelli. Felice Antonio si ambientò immediatamente alla realtà americana e in breve imparò la lingua alla perfezione Da ora in poi però sarò “Felix” Mirando.

Nel 1919 insieme al fratello Michele e all’amico Fazzano, mettendo in pratica le competenze apprese nella loro terra natale, fondarono a Providence, Rhode Island, la “IMPERIAL KNIFE COMPANY”.

Nel breve volgere degli anni l’azienda diverrà il più grande produttore di coltelli di tutti gli Stati Uniti. La vera “mente” dell’azienda sarà proprio lui. Intelligente, capace di intessere rapporti politici e abilissimo nell’intuire nuove strade commerciali.

Divenuto Presidente della “IMPERIAL KNIFE COMPANY” la porterà a risultati economici incredibili. Assumerà ruoli di assoluto prestigio in varie importanti realtà: “Industrial National Bank”, “Old Colony Cooperative Bank”, “Narragansett Electric Company”, “Providence Washington Insurance Company” e la “ New England Electric System”. “Felix” fu anche un caritatevole e generoso filantropo. Fondò numerose associazioni con lo scopo di aiutare i poveri.

Nel 1955 ricevette il prestigioso riconoscimento “Knight Commander of St. Gregory”. Successivamente venne premiato con il “National Brotherhood Award”. Fu destinatario di numerosi altri premi e lauree honoris causa. “Felix” sposò Aurora Di Noce dalla quale ebbe 4 figli. Morì a Providence, Rhode Island, l’11 Marzo del 1988.

A cura di Geremia Mancini – Presidente onorario “Ambasciatori della fame”