“Sono stata più volte in carcere – spiega – e ho verificato quello che è successo. La situazione è complessa e, nel mio ruolo di soggetto istituzionale preposto alla tutela dei diritti dei detenuti, posso dire che mai come in questo caso servono prudenza e attenzione nell’uso delle parole e nella strategia da adottare per trovare soluzioni. Le condizioni di vivibilità della struttura carceraria devono essere migliorate al fine di consentire sia ai detenuti, sia agli agenti di polizia penitenziaria di vivere in un clima disteso nel reciproco rispetto. Detto questo, pur comprendendo le necessità dei detenuti e le loro motivazioni, non giustifico e censuro qualsiasi forma di protesta che sfoci nella violenza, sia in carcere sia fuori”.
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