Nel documento la Consigliera Lembo chiede di:
“Le suddette sollecitazioni – afferma Giuditta Lembo – inviate al Presidente della Regione, in un’ottica di dialogo interistituzionale, scaturiscono dalla consapevolezza che le problematiche dell’occupazione femminile nel nostro Paese sono, per lo più, largamente imputabili a persistenti differenziali tra Nord e Sud rispetto alla domanda di lavoro ed alle reali opportunità occupazionali offerte dalle economie locali. La maternità e la cura familiare ancora a carico esclusivamente della componente femminile, cosa tra l’altro dimostrata durante la Fase 1 emergenziale, sono i principali ed irrisolti ostacoli per la permanenza e per l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro, situazione che può diventare ancora più complicata nella gestione della Fase2, conseguente all’”emergenza Covid 19. La quasi totale carenza nelle aziende di strutture e di strumenti a sostegno della maternità e della possibilità di condivisione dei ruoli familiari, rende difficile la conciliazione dell’impegno lavorativo con la cura della famiglia, tanto che è significativo su tutto il territorio nazionale il fenomeno dell’abbandono del lavoro da parte soprattutto delle donne per motivi legati principalmente al management familiare.
In relazione a ciò, risulta necessario continuare ad utilizzare i fondi SIE, in particolare il FSE e FESR, per sostenere, da un lato, la conciliazione vita/lavoro con progetti operativi e concreti e dall’altro, prevedere un poderoso piano per implementare l’occupazione femminile in Molise attraverso l’autoimpresa e l’autoimprenditorialità. L’ancora persistente basso tasso di occupazione femminile intorno al 30%, che si registra in quasi tutte le regioni meridionali, di circa 35 punti inferiori rispetto alla media europea e sensibilmente distante da quelle del Centro-Nord, non può non far riconsiderare indispensabili e urgenti finanziamenti ad hoc per promuovere l’occupazione femminile dato che paradossalmente le donne meridionali sono le punte più avanzate della modernizzazione del Sud, perché hanno investito in percorsi di formazione e di conoscenza e, al tempo stesso, sono le vittime di una società che non ha ancora messo in campo strumenti in grado di valorizzane le competenze e le passioni.
Per dare concretezza a queste considerazioni occorre credere nel valore aggiunto del lavoro femminile quale leva indispensabile per il rilancio dell’economia nel nostro Paese, che senza il supporto del lavoro delle donne è già fallito in partenza. Il Molise, attraverso una politica di investimento sul talento delle donne molisane, può essere l’esempio che va nella nuova visione di un rilancio economico che punta anche sulle competenze femminili! Buon Primo Maggio a tutti!”.
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