BRUXELLES – “I tempi della burocrazia della Ue non sono quelli delle imprese. Non possiamo attendere oltre. Bisogna arrivare rapidamente ad una semplificazione che consenta ai nostri imprenditori agricoli di poter continuare a lavorare per produrre cibo per l’intera collettività”. Lo ha detto il Presidente regionale di Coldiretti Molise, Claudio Papa, che ieri (26 febbraio) ha guidato, insieme con il vice Presidente, Adamo Spagnoletti, i Presidenti provinciali di Campobasso, Giacinto Ricciuto, di Isernia, Mario Di Geronimo, una nutrita delegazione di imprenditori agricoli e zootecnici molisani che hanno preso parte alla grande manifestazione tenutasi davanti al Parlamento europeo a Bruxelles.
Presenti anche i responsabili dei Movimenti Donne Impresa, Michela Bunino, di Giovani Impresa, Michele Porfido e dei Senior, Giuseppe Licursi. La manifestazione, cui hanno preso parte oltre 3000 imprenditori agricoli della Coldiretti giunti da tutta Italia, si è tenuta in concomitanza con il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dei Paese UE per la presentazione della nuova proposta sulla Pac, ed ha coinvolto anche altri sindacati europei provenienti da Spagna, Belgio e Portogallo.
“Abbiamo bisogno di tempi certi e urgenti per una maggiore flessibilità sugli aiuti di Stato e sulle semplificazioni della Pac annunciate dalla Commissione europea per gli agricoltori – ha spiegato Papa – Chiediamo inoltre risposte sulla moratoria dei debiti per le aziende agricole; molte delle nostre proposte sono state accolte dal Commissario europeo all’agricoltura, ma ad oggi non ci sono certezze sui tempi. Ci aspettiamo che nel Consiglio europeo di marzo ci sia la svolta necessaria”.
“Le follie europee – gli ha fatto eco il vice Presidente regionale dell’Organizzazione, Adamo Spagnoletti – rischiano di tagliare 1/3 della produzione di cibo Made in Italy favorendo le importazioni dall’estero”.
Scendendo più nel dettaglio il Direttore Ascolese, anch’egli presente alla manifestazione, ha posto l’accento sulla concorrenza sleale a danno dei produttori italiani, con l’immissione sui nostri mercati di cibi esteri che non rispettano gli stessi standard qualitativi imposti nel nostro Paese, e sulla concorrenza sleale interna, ovvero dettata a dalla grande distribuzione che fa lievitare i prezzi dei prodotti in maniera esponenziale dal campo alla tavola.
Non è mancata la voce delle donne e dei giovani imprenditori che hanno evidenziato la necessità di una giusta remunerazione per gli imprenditori agricoli e zootecnici, schiacciati dall’aumento esponenziale dei costi di produzione, e della necessità di una rapida sburocratizzazione, ormai diventata indispensabile per un giovane che intenda avviare un’azienda agricola o semplicemente restare competitivo sul mercato.