Molise, la Lega sostiene l’aumento degli assessori regionali

Proposta per rafforzare la Giunta con due nuovi assessori e surroga automatica. Appello al Consiglio regionale

lega molise logoREGIONE – Il Dipartimento Sicurezza e Immigrazione della Lega esprime sostegno all’idea che la legge nazionale rappresenti un’opportunità per rafforzare la Giunta regionale molisana con l’aggiunta di due assessori. Si legge di seguito nella nota:

“È una scelta che, se ben declinata, può favorire:
– una distribuzione equilibrata delle deleghe, evitando che pochi assessori siano gravati da compiti eccessivi;
– maggiore efficienza amministrativa, attraverso una struttura più specialistica e funzionale;
– l’obbligo di almeno una donna in Giunta, come segno concreto di parità di genere e rispetto dei principi costituzionali.

Siamo consapevoli che l’incremento degli assessori possa suscitare preoccupazioni circa il funzionamento delle Commissioni consiliari, essenziali per l’analisi normativa, le audizioni e il controllo istituzionale. Per evitare che assessori e consiglieri si sovrappongano nei ruoli, con il rischio di rallentamenti e conflitti di competenza, proponiamo che questo ampliamento sia vincolato all’adozione del meccanismo della surroga automatica.

Vale ricordare che la surroga era già prevista dalla Legge regionale 5 dicembre 2017, n. 20, approvata dal Consiglio regionale con il Governo di Centrosinistra, come sistema che garantisce che, in caso di nomina di un assessore, il seggio vacante sia occupato dai primi non eletti della stessa lista. Questa scelta non è solo tecnica: è una scelta politica e democratica che valorizza la volontà degli elettori. Grazie alla surroga, entra in Consiglio chi ha già ricevuto un consenso elettorale, anche se non abbastanza per essere eletto al primo turno, rafforzando così la presenza concreta dei cittadini nelle istituzioni.

Inoltre, è utile sottolineare che l’istituto della surroga è già pienamente applicato per Legge, nei Consigli Comunali del Capoluogo di Regione, Campobasso, e in quello di Isernia, dove viene attuato senza alcuna obiezione, riconosciuto come strumento di buon senso e correttezza istituzionale. È dunque paradossale che lo stesso meccanismo, ritenuto valido e funzionante a livello comunale, possa essere messo in discussione proprio in ambito regionale, dove rappresenterebbe un presidio ancora più importante per l’equilibrio tra governo e rappresentanza.

Perché tutto questo ha anche un significato più profondo: il Molise deve uscire da un provincialismo che lo tiene ai margini, limita la visibilità e frena lo sviluppo. Non basta l’orgoglio locale, serve una visione ampia che parli di opportunità, di infrastrutture, di coesione, di crescita, non solo per i grandi centri ma per ogni borgo, ogni comunità, ogni frazione della nostra regione.

Sappiamo che emergeranno critiche, specie sui costi. Ribadiamo che la politica comporta oneri, ma il vero metro di giudizio dev’essere il miglioramento tangibile nella vita delle persone. Quando le istituzioni funzionano meglio, i servizi sono più vicini, le persone più tutelate, dagli anziani che meritano cure, alle famiglie nei piccoli centri che non possono essere dimenticate , la qualità della vita migliora per tutti.

Invitiamo il Consiglio regionale del Molise a far propria questa visione, trasformandola in una legge regionale che non indebolisca ma rafforzi il ruolo del Consiglio, e che sappia coniugare governo, rappresentanza e controllo democratico con uno sguardo sociale che abbraccia l’intera comunità”.