Operazione “Diesel free tax”: sequestrati beni per oltre 40 milioni, coinvolta anche la provincia di Campobasso

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CAMPOBASSO – La Gdf di Frosinone, nell’ambito dell’operazione “Diesel free tax”, ha individuato un articolato e sofisticato sistema di evasione finalizzato all’illecita commercializzazione, su tutto il territorio nazionale, di prodotti petroliferi per l’autotrazione a prezzi di gran lunga inferiori alla media del mercato di riferimento, grazie all’omesso versamento e/o all’indebito risparmio dell’imposta sul valore aggiunto e delle imposte dirette. Coinvolta anche la provincia di Campobasso.

Al termine delle indagini la Procura della Repubblica di Cassino, diretta dal procuratore Luciano d’Emmanuele, ha emesso in via d’urgenza un decreto di sequestro finalizzato alla confisca diretta e per equivalente per un ammontare di oltre 40 milioni, quale provento di attività illecita posta in essere da parte di un pericoloso gruppo criminale operante su tutto il territorio nazionale, composto da numerosi soggetti e società, che ha visto coinvolti anche soggetti contigui alla criminalità organizzata campana.

Le operazioni di sequestro hanno riguardato le disponibilità finanziarie di 4 società aventi sede legale nelle province di Frosinone e di Napoli, nonché le disponibilità finanziarie, di beni mobili e immobili di 6 soggetti, amministratori di diritto e di fatto. Nel corso delle operazioni odierne, inoltre, sono stati sottoposti a sequestro decine di immobili, alcuni dei quali anche di pregio, nonché vari terreni situati nelle province di Frosinone, Napoli, Avellino, Campobasso e Cosenza, auto, motocicli, partecipazioni in altre società, ingenti disponibilità finanziarie e un’imbarcazione ormeggiata nel porto di Torre del Greco.

Le attività ispettive amministrative, sotto il profilo tributario, poste in essere su tutto il territorio nazionale parallelamente alle concomitanti attività di polizia giudiziaria, hanno consentito di accertare complessivamente ricavi non dichiarati sottratti a tassazione per circa 300 milioni di euro, costi indeducibili per 63 milioni di euro, nonché imposte evase quantificate in circa 200 milioni di euro derivanti dall’enorme volume di false fatturazioni rilevate, ammontanti a oltre 500 milioni di euro.