Stalking e violenza di genere, l’impegno della polizia di Isernia nel 2019

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ISERNIA – Significativa è stata, nel 2019, l’attività di prevenzione a tutela della sicurezza dei cittadini attuata dalla polizia di Isernia attraverso l’emissione di misure di prevenzione nei confronti di persone considerate pericolose e dedite a traffici delittuosi: 58 i provvedimenti emessi in tale ambito. Sempre costante e viva, inoltre, l’attenzione e l’impegno della Polizia di Stato nell’attività di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, attraverso il ricorso a tutti gli strumenti disponibili per evitare che comportamenti violenti degenerino in condotte più gravi: 18 i provvedimenti di ammonimento per stalking emessi ai sensi dell’art. 8 del D. Legge 11/2009 e 3 i provvedimenti di ammonimento ex art. 3 del D.Lg. 93/2013 per i casi di violenza domestica, anche in assenza di querela da parte della vittima.

In tale contesto si inserisce, peraltro, una serie di iniziative già da tempo avviate volte al contrasto della violenza sulle donne, nella convinzione dell’importanza del ruolo che anche la Polizia di Stato deve svolgere per potenziare l’azione di prevenzione. L’8 marzo è stata inaugurata una Sala di Ascolto Riservato, allestita presso la Questura e intitolata a “Stefania Cancelliere”, barbaramente uccisa nel 2012, per accogliere le vittime vulnerabili.

Il 25 novembre, nell’ambito della campagna nazionale “Questo non è amore…”, un team specializzato sui reati di genere della Questura di Isernia, composto da specialisti della polizia giudiziaria, da medici, da operatori e psicologi di alcuni Centri Antiviolenza della provincia, ha incontrato la cittadinanza, davanti al Centro Commerciale “In Piazza” e davanti all’Auditorium “Unità d’Italia”, per ribadire, ancora una volta, l’importanza della prevenzione, dell’informazione e dell’approccio sinergico tra i vari operatori coinvolti: le forze dell’ordine, le associazioni e i servizi sociali.

Tutti gli operatori di Polizia impegnati sul campo e che potrebbero trovarsi a gestire interventi presso le famiglie, sono stati, inoltre, sensibilizzati ad un’attenta e quotidiana applicazione del “Protocollo Eva” (Esame delle Violenze Agite), che ha codificato le best practices per la gestione degli eventi legati alla violenza domestica attraverso una serie di linee guida condivise, consentendo l’alimentazione della banca dati locale per permettere agli agenti della Polizia di Stato di sapere se in passato vi sono stati altri episodi di violenza in un determinato contesto familiare, in modo da tenere sotto controllo le situazioni più rischiose, monitorandole anche in assenza di formale denuncia.