8 marzo 2023, il pensiero di Filomena Calenda

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filomena calendaREGIONE – “L’8 marzo di ogni anno ricorre la Giornata internazionale per i diritti delle donne, nota anche come Festa della donna, per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni, le sopraffazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo.
Ogni anno, ci ritroviamo a celebrare la figura femminile per alcuni aspetti ma ad essere costretti a riflettere sulla stessa, per molti altri. La violenza, per esempio, è sempre lì. Un fenomeno che continua a perseguitare e ad uccidere compagne, madri, figlie. Non è più tollerabile! Ma questo, e ce lo siamo detti moltissime volte, appartiene a quella formazione individuale su cui ognuno di noi dovrebbe lavorare per contribuire, con azioni perentorie e tassative, a sradicare un atteggiamento culturale che tutt’oggi penalizza quanto di prezioso appartiene alla vita: la donna.

Non è pensabile, inoltre, che ancora oggi le donne lavorativamente impegnate, subiscano quella differenza di retribuzione o di trattamento contrattuale che si palesa perlopiù in occasione dei colloqui di lavoro. Costrette a domande non tanto sulle loro competenze e capacità quando sulla loro condizione di mogli (compagne), madri o future madri. Sì, perché per le donne, la sfera affettiva, potrebbe rappresentare un problema per le aziende. Inconcepibile!

Non è accettabile, nè più immaginabile, che le donne siano costrette ad ogni genere di pressione (o spesso violenza) psicologica e fisica per il solo fatto di essere donne. Ecco, io credo che bisognerebbe incoraggiare e favorire, senza alcuna forma di sciocco pregiudizio, la crescita della presenza femminile negli ambiti imprenditoriali, in quelli della vita politica ma anche nei settori economici e sociali del Paese e della nostra Regione.

Questa giornata, perché non resti soltanto una data di celebrazioni, dovrebbe quindi rappresentare un nuovo inizio. Un ulteriore sprone a perseguire questa strada di civiltà fatta di rispetto, condivisione, collaborazione, considerazione e attenzione.

Dati alla mano, sono proprio i numeri a raccontarci, che la condizione femminile in Italia è composta – ancora oggi – di luci e ombre. Queste ultime, sono rappresentate da impedimenti, pregiudizi, ostacoli, difficoltà che noi abbiamo il dovere di individuare e rimuovere.

Lo dobbiamo a noi stessi e ai nostri figli se vogliamo crescere dal punto di vista economico, culturale, sociale, e da quello – non meno importante – della qualità della vita. La forza delle donne traspare quando soffrono o sono angosciate. Quella dignità di cui sono ambasciatrici solenni, rappresenta, a mio parere, il significato profondo del concetto di resilienza. Sì, perché le donne sanno reagire e lottare. Sanno resistere e guardare avanti. Sanno aggregare e ricostruire.

“In piedi, Signori, davanti ad una donna…E non bastasse questo inchinatevi ogni volta che vi guarda l’anima”. E’ questo il messaggio di Filomena Calenda, Assessore Politiche del lavoro, Politiche sociali, Terzo settore, Politiche per l’immigrazione, per la Festa delle Donne.