Campobasso, Giornata della Memoria: l’intervento del sindaco Battista

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Sindaco BattistaCAMPOBASSO – Il sindaco di Campobasso, Antonio Battista, questa mattina, nell’ambito delle iniziative previste per la Giornata della Memoria è così intevenuto:

“Milioni di nomi cancellati da ogni elenco, come se non fossero mai esistiti. Bimbi cacciati dalle scuole, intere famiglie sradicate dalle loro case. File di donne e uomini trascinati ed ammassati su treni merci diretti verso i campi di concentramento dai quali in tanti, in troppi, non sono più usciti vivi. Il viaggio verso l’inferno è solo l’inizio di una tragedia che ha provocato ferite ancora sanguinanti. La brutalità di menti perverse schierata contro l’innocenza di esseri umani annientati da un doppio timbro: quello usato per imprimere sulla pelle il numero di matricola e l’altro, invisibile ma molto più feroce, utilizzato per nascondere, per celare la verità.

È il timbro dell’indifferenza, la stessa che ha permesso e avallato un simile orrore. Una terrificante pianificazione della violenza più inaudita mirata ad annullare la dignità e la diversità, caratteristiche che rendono unici gli uomini. Un disegno criminale che non può essere, nemmeno dopo tanti anni, considerato solo un semplice ricordo. Un disegno criminale che non va dimenticato, perché non basta voltare pagina per chiudere il peggior capitolo di un terribile libro che racconta di vite spezzate, di umiliazioni e mutilazioni, di disumana cattiveria, di inspiegabili obiettivi. La nostra responsabilità, la responsabilità di chi vive il nostro tempo, non può e non deve limitarsi a rispolverare la memoria, abbiamo il dovere di guardare oltre. Anche se sono passati più di settanta anni non possiamo accettare in silenzio né rassegnarci a quell’assurdo genocidio.

Ognuno di noi deve sentire il peso di evitare che quanto accaduto decine di anni fa nel cuore della nostra Europa possa ripetersi oggi in qualche altra parte del mondo. Dobbiamo impedire che l’aridità abbia il sopravvento e che il pregiudizio sovrasti il giudizio e la coesione sociale. Occorre mettere la parola fine all’odio verso chi professa un’altra religione, verso chi arriva da altre Terre, verso chi ha un colore di pelle diverso dal nostro. Dobbiamo fermare chi alza barriere, chi punta il dito contro la tolleranza e chi mina i diritti umani e la civile convivenza tra popoli. Credo sia questo il valore della giornata della memoria: l’impegno a fare i conti con la nostra storia, con la vita che ci circonda e con quei rigurgiti xenofobi che divampano, non solo nel vecchio continente.

Tocca a noi spegnere pericolosi focolai, tocca alle istituzioni dimostrare che quanto accaduto a Auschwitz, a Dachau e Birkenau, può ancora accadere, perché l’orgoglio che si cela dietro la demonizzazione dell’altro è il primo passo verso la dittatura, verso un nuovo sterminio che si tinge di altri colori e che sventola altri vessilli. Ricordare in questo giorno le vittime dell’Olocausto e chi ha provato a combattere la carneficina nazista serve per costruire un presente e soprattutto un futuro migliore. L’insopportabile odore che si respirava dentro e fuori dai cancelli dei campi di concentramento deve farci capire quanto male può provocare l’odio razziale, la cieca discriminazione, l’azzeramento dell’individualità. Contro l’indifferenza di ieri non possiamo far molto, ma possiamo fare tanto per non essere indifferenti oggi, per non restare fermi davanti all’esodo di tanti padri e madri di famiglia che fuggono coi loro figli da terre lontane, che attraversano deserti e mari, che combattono contro la morte per una vita migliore.

Se qualche insegnamento possiamo trarre dalla Shoah è proprio quello di aprire le nostre braccia, di non farci trovare indifferenti davanti all’altrui sofferenza, di tendere la mano a chi continua a chiederci aiuto. Abbiamo fatto tanto e tanto possiamo ancora fare. Non dobbiamo dunque alzare muri, ma abbatterli, non alimentare nessuna forma di razzismo. Il giorno della memoria ci deve dare quella forza necessaria per ripensare agli errori del passato e per riflettere sul dono della pace, valore che va difeso come il più prezioso dei beni. Dobbiamo partire e ripartire da questa giornata per percorrere insieme il sentiero della vera democrazia che assicura i diritti e che ci rende liberi”.