Concorso letterario “Un museo da favola”, nominata la giuria

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Concorso letterario "Un museo da favola"ISERNIA – Nello scorso gennaio, Il Polo Museale del Molise, in collaborazione con l’assessorato all’istruzione del Comune di Isernia, bandì il concorso letterario “Un museo da favola”, rivolto agli alunni delle terze classi delle scuole primarie di Isernia, con lo scopo di avvicinarli alla conoscenza della storia e del nostro patrimonio culturale, in particolar modo del sito di ‘Isernia La Pineta’.

Nei giorni scorsi, la Direzione Regionale Musei Molise (Mibact) ha provveduto a nominare la giuria del concorso, che è composta dall’architetto Enza Zullo, direttore del Museo del Paleolitico, dal giornalista Mauro Gioielli, fiabista e autore di libri per la scuole, e dal professor Fabio Cefalogli, docente dell’ISIS Majorana-Fascitelli.

Sono ben 191 le favole che i ragazzi delle terze classi delle scuole primarie isernine hanno scritto e che sono pervenute alla segreteria del concorso. La giuria, che è già al lavoro dallo scorso lunedì, dovrà scegliere i dieci racconti più belli, che verranno pubblicati in un volume.

Il concorso “Un museo da favola”, in linea con i programmi didattici, è nato con l’obiettivo di consentire agli alunni di approfondire l’argomento Preistoria, dalla scoperta dell’origine della vita sul nostro pianeta fino ad arrivare alla comparsa dell’uomo, ponendo particolare attenzione all’importanza del sito di Isernia La Pineta.

Gli scolari sono stati preparati alla partecipazione al concorso con visite al Museo Nazionale del Paleolitico di Isernia, introducendoli in un suggestivo viaggio tra scoperte ed invenzioni del tempo: dagli strumenti utilizzati all’epoca, alla costruzione dei primi rifugi, alle tecniche di caccia e lavorazione delle ossa animali, all’importantissima conquista del fuoco ed alle tecniche utilizzate per generarlo, fino all’invenzione dell’arte rupestre.

Un’attenzione particolare è stata riservata alla scoperta del dente del bambino ritrovato a Isernia, risalente a circa 600 mila anni fa che, che allo stato attuale delle ricerche, rappresenta il più antico resto umano d’Italia.