Nella sala consiliare si parlerà dei limiti e delle prospettive di un patrimonio collettivo, una riflessione sul tratturo che non c’è più
CAMPOBASSO – Martedì prossimo, 13 maggio 2025, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 presso la Sala consiliare del comune di Campobasso, un appuntamento per riflettere su un pezzo fondamentale del territorio molisano. L’evento Il tratturo svelato. Limiti e prospettive di un patrimonio collettivo coinvolgerà i ricercatori del centro BioCult “Risorse bioculturali e Sviluppo locale” dell’Università degli Studi del Molise, che presenteranno l’avanzamento delle ricerche che stanno conducendo per la rigenerazione delle vie tratturali che attraversano la regione Molise, nell’ambito del progetto, tutt’ora in corso, CIS Sviluppo turistico lungo i tratturi e che vede coinvolti ben 61 comuni.
Il tratturo è il cuore del lavoro attraverso otto sguardi corrispondenti ai sei Dipartimenti Unimol rappresentati anche in BioCult: Agricoltura, Ambiente, Alimenti – Bioscienze e Territorio – Economia – Giurisprudenza – Medicina e Scienze della Salute – Scienze Umanistiche Sociali e della Formazione. La custodia, valorizzazione, e manutenzione dei tratturi richiede competenze specifiche sia tra chi vive il tratturo nel quotidiano che tra le istituzioni che lo governano.
L’interdisciplinarietà della ricerca proposta cerca di articolare tale complessità. Cominciando con un inquadramento generale delle vie tratturali il tratturo viene indagato e studiato come una risorsa sia fisica che culturale, guardando al patrimonio materiale e immateriale. A questo segue un tracciamento storico del piano di valorizzazione verso la realizzazione di un piano tratturi ancora in via di sviluppo. In effetti, la Regione Molise ha emanato diverse leggi in materia ma non è stato ancora redatto il Piano di valorizzazione dei tratturi, mentre il Piano quadro tratturi è stato elaborato soltanto da sei Comuni.
Eppure la redazione del Piano di valorizzazione e del Piano quadro rappresenta un passaggio fondamentale nell’ottica della concreta valorizzazione della rete armentizia, che può avvenire anche utilizzando gli strumenti “giuridici” messi a disposizione dal legislatore, quali il partenariato pubblico-privato, la registrazione del marchio culturale e l’istituto della sponsorizzazione. La valorizzazione di una risorsa socio-ecologica come quella tratturale non può prescindere dalla presenza pastorale che ne ha modellato la forma e determinato la tutela e la sopravvivenza.
La comprensione della pastorizia è cambiata notevolmente negli ultimi 40 anni; si è passati, infatti, dalla visione della pastorizia come stile di vita irrazionale o primitivo a un approccio territoriale sistemico, che ne riconosce i valori sociali, ambientali, economici e culturali. economici. Concetti strettamente associati alla pastorizia come “degrado”, “sovrappascolo” o “desertificazione” sono stati messi in discussione. A fronte dei cambiamenti climatici sono necessari sistemi innovativi per aumentare la produttività senza compromettere la base di risorse naturali.
E la pastorizia è proprio quel sistema innovativo, evolutosi per funzionare con l’ambiente naturale, e capace di trasformare l’instabilità ambientale in una risorsa economica, che la renderebbe produttivamente più strategica e non più vulnerabile, specie se correlata ad attività in cui è favorita l’economia circolare. In tal senso, lo studio della flora e della biodiversità lungo la rete tratturale, fornisce uno strumento di pianificazione e valorizzazione del patrimonio naturale andando a descrivere gli habitat e gli ecosistemi presenti.
Evidenzia inoltre, la presenza di specie foraggere di interesse pastorale e faunistico e di endemismi e specie di interesse comunitario importanti a livello naturalistico. Così come senza dubbio meritano di essere indagato, in una prospettiva storica, sia l’uso di questo particolare bene demaniale che cultural heritage legato in maniera più o meno diretta a questa particolare infrastruttura territoriale. Lungo i tratturi esistono aziende agricole di piccole dimensioni, caratterizzate da una limitata diversificazione e da una forte dipendenza dai sussidi comunitari.
Secondo il Censimento dell’Agricoltura del 2020, nei comuni coinvolti nel CIS sono presenti 9.369 aziende agricole, ma solo il 3,42% di queste affianca alle attività principali anche attività connesse, segnalando una scarsa propensione alla diversificazione. La maggior parte delle aziende (43%) è specializzata in coltivazioni di seminativi, mentre solo il 2,82% si dedica all’allevamento di bovini da latte e il 4,11% all’allevamento di ovini e/o caprini. Ben il 74% delle aziende agricole si colloca in una dimensione economica inferiore o uguale ad €15.000,00, mentre la principale fonte di ricavo (66%) è costituita da sussidi pubblici, portando solo al secondo posto (53%) i ricavi derivanti dalla vendita di prodotti aziendali. Nonostante questo quadro, stanno emergendo nuove realtà imprenditoriali guidate da giovani agricoltori che proseguono l’attività familiare con uno spirito rinnovato.
Questi nuovi protagonisti cercano di valorizzare il territorio, i suoi prodotti e le sue tradizioni, affiancando all’agricoltura un’offerta di turismo lento ed esperienziale, capace di raccontare il paesaggio e la cultura rurale in modo autentico e coinvolgente. Ancora inesplorate, inoltre, sono alcune risorse che possono offrire ulteriori sviluppi in termini di economia circolare e sostenibilità aziendale. Dal tratturo si possono ottenere ulteriori benefici, anche per la salute ed il benessere umano attraverso l’alimentazione. Si intende verificare il grado di adesione della popolazione locale ai principi della dieta mediterranea, valutandone gli effetti sulla salute e sulla qualità della vita. Anche l’etica della sostenibilità ambientale è coinvolta nella ricerca: la valorizzazione del territorio non può prescindere da un’ottica capace di salvaguardare il benessere dell’ecosistema fuori da ogni strumentalizzazione.
L’obiettivo è promuovere un modello di sviluppo sostenibile che salvaguardi le risorse naturali e culturali del Molise, in particolare rappresentate dai tratturi. Questi, in sintesi, i percorsi di ricerca che si stanno implementando, distinti ma fortemente interconnessi tra loro. L’inizio dell’incontro è previsto per le ore 10 e vedrà la presenza della sindaca di Campobasso, Marialuisa Forte, di Luca Brunese, rettore dell’Università degli Studi del Molise, di Letizia Bindi, responsabile scientifico del progetto e direttrice del Centro di ricerca Biocult Unimol. A seguire la comunicazione dei ricercatori e il dibattito coi partecipanti anche attraverso un’attività di brainstorming partecipato. I tratturi rappresentano un patrimonio collettivo, la cui cura, custodia e valorizzazione, richiede coordinazione tra competenze specialistiche, livello politico-amministrativo e consapevolezza civica diffusa. L’evento di martedì prossimo intende testimoniare e promuovere l’importanza di questo circuito collaborativo.