Isernia, calcolo della Tari: importante novità su tariffa e ripartizione piano

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Tari (Tassa sui rifiuti)

ISERNIA – Con la Delibera 443/2019 dell’ARERA (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), organismo con poteri regolatori sul settore rifiuti, sono stati modificati alcuni aspetti essenziali del metodo precedentemente utilizzato per il calcolo della TARI, con importanti novità che incidono sulla tariffa e sulla sua ripartizione nel piano tariffario.

Le innovazioni apportate al precedente metodo sono numerose; tuttavia, gli aspetti che ricadono direttamente sulla tariffa risiedono principalmente nella variazione della fonte dei dati e del periodo di riferimento, nonché nella differente classificazione di alcuni costi.

Il nuovo MTR (Metodo tariffario servizio integrato di gestione dei rifiuti) prevede l’estrazione dei dati da fonti contabili obbligatorie con riferimento all’anno A-2 (nel 2021 si prende a riferimento il 2019) determinando spesso la necessità di conguagliare componenti precedentemente stimate o determinate su base storica. A questo differente criterio contabile e temporale si aggiunge il differente trattamento di alcuni costi, in particolare quelli del personale che vengono spostati integralmente sulla parte variabile.

Il primo aspetto, ricalcolo dei costi 2019 presi a riferimento per il 2021, può avere effetti sul montante tariffario totale mentre lo spostamento di voci di costi rilevanti dalla parte fissa a quella variabile ha effetto sulla tariffa puntuale e quindi sulla singola bolletta.

In questo quadro va tenuto in considerazione che anche per il 2021 il costo unitario effettivo del Comune di Isernia, pari a 25 cent./kg, rimane molto al di sotto del costo calcolato come standard dal Ministero delle Finanze e pari a 37 cent./kg.

Ad ogni modo, il PEF 2021 (Piano economico finanziario) è stato alleggerito del conguaglio derivante dalla differenza tra il PEF 2020 ed il PEF 2019, pari a circa 135.000 euro, scomputando le risorse assegnate dal governo al Comune di Isernia a titolo di indennizzo per le minori entrate riscosse.

«L’aumento della TARI – ha spiegato il sindaco Giacomo d’Apollonio –, non è scaturito da una decisione politica, bensì è un obbligo di carattere tecnico derivante da una deliberazione dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA), che impone ai Comuni di adottare il Piano economico finanziario (PEF) secondo un nuovo sistema che impone la copertura totale del costo dei servizi. Pertanto abbiamo dovuto leggermente rialzare le tariffe della Tari, proprio nel rispetto delle disposizioni dell’ARERA.

In argomento – ha però aggiunto d’Apollonio – è il caso di evidenziare come Isernia, fra i Comuni capoluogo di provincia, risulti all’ultimo posto in Italia come costo della TARI. Per la nostra città, tale tassazione, nonostante sia lievemente aumentata, rimane molto bassa a fronte d’un servizio che viene erogato in modo più che soddisfacente. Per quanto riguarda il canone dell’acqua, il concetto è il medesimo, vale a dire coprire gli interi costi del servizio idrico attraverso i canoni.

È facile criticare ma la realtà è questa – ha concluso il sindaco, riferendosi soprattutto alle dichiarazioni dei consiglieri di opposizione durante l’ultimo Consiglio comunale –. L’aumento è stata una scelta obbligata in applicazione di disposizioni nazionali che influiscono sul metodo di calcolo dei tributi locali e sulla fiscalità generale degli Enti. Pur tuttavia, per non gravare eccessivamente sui cittadini, con l’ultimo PEF l’amministrazione comunale ha scelto di rinunciare ai conguagli quantificati sulla base delle differenze fra i PEF del 2019 e 2020, utilizzando a tal fine i ristori del governo centrale, per un importo complessivo di circa 135.000 euro».