MoliseFood apre il quarto punto vendita in Italia: ecco dove

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torta molise foodROMA – Piccolo e buono, come quel fazzoletto di terra chiamato Molise, dove si respira aria buona, la gente è cordiale e si mangia bene. Un’immagine stereotipata che ricalca la realtà di un luogo inesplorato, sconosciuto e del quale, sarcasticamente, si è cominciato finanche a dubitare. Ma dalla regione che “non esiste” arriva una nuova, importante e meritata rivincita.

Piccolo è buono, come il nuovo punto vendita targato “MoliseFood” che in piena crisi economica e pandemica ha aperto i battenti nel mercato Trionfale di Roma; un traguardo importante per il gruppo imprenditoriale – che ha aggiunto un quarto tassello alla catena commerciale – ma anche un segnale di grande positività in un settore fortemente compromesso dall’emergenza sanitaria da Covid-19. Tanti gli esercizi commerciali che hanno abbassato le saracinesche, molte le attività dedicate al food giunte al capolinea: una cornice decisamente scoraggiante, all’interno della quale appare inverosimile immaginare l’apertura di un nuovo negozio.

“Non è un salto nel buio – ha spiegato il responsabile del progetto, Francesco Caterina – ma una scelta tenace che fa leva sui punti di forza individuati nei nostri prodotti che riteniamo essere la parte migliore del Molise. Il mercato ci sta dando ragione perché la nostra è una gastronomia ‘esperienziale’ che alla qualità e al buon gusto somma uno stile alimentare sano, in grado di suscitare ed evocare emozioni. Un viaggio a ritroso nel tempo, alla ri-scoperta di sapori che si credevano persi ma che qualcuno, invece, ha conservato e preservato e verso i quali nutre profondo rispetto”.

La scelta dei mercati rionali è dunque imprescindibile: il rapporto ravvicinato con il cibo in fase d’acquisto offre una connotazione emotiva differente che amplifica la conoscenza del prodotto e ne esalta le caratteristiche: “Noi sposiamo la filosofia dell’assaggio che nulla ha a che vedere con le immagini impresse sulle confezioni in cellophane” – puntualizza Caterina che aggiunge: “Il Molise non ha nulla da invidiare alle altre regioni italiane, men che meno a livello gastronomico: i nostri prodotti sono tra i migliori al mondo ma fino a questo momento nessuno ha mai creduto seriamente in questa affermazione. MoliseFood lo ha fatto e l’apertura del quarto punto vendita è la risposta tangibile alla validità delle nostre idee: l’unicità e l’originalità del prodotto, sul mercato contano parecchio. I traguardi fin qui raggiunti ci gratificano e colmano quel vuoto creato dalle istituzioni locali che oltre a non aver mai sostenuto attività imprenditoriali di questo genere, si sono addirittura rese complici di azioni lesive, dimostrandosi completamente inadeguate alla costruzione di un progetto condiviso teso al rilancio del nostro territorio. Con i nostri negozi abbiamo contribuito ad espandere gratuitamente il brand della regione Molise e, a dispetto dell’ostracismo istituzionale, persevereremo nel farlo. Con 20mila clienti mensili nei nostri quattro punti vendita – di cui uno in Spagna – siamo certi di poter riuscire a dare corpo alla nostra mission aziendale”.

Il cibo è un innegabile veicolo di conoscenza territoriale: un concetto basilare nella filosofia di “MoliseFood” che sta imbastendo progetti mirati alla costruzione di un percorso di crescita turistica per canalizzare visitatori in alcuni centri ben individuati della regione; il tutto, anche grazie alla elevata capacità mediatica dell’azienda, che conta già 800mila impressum mensili solo su Facebook, ai quali sommare gli utenti degli altri principali social network.

“Il progetto MoliseFood dimostra che creare utili, consensi, promozione, business scalabili a 360 gradi è possibile anche senza fondi pubblici” – conclude Francesco Caterina – “Abbiamo obiettivi importanti che intendiamo realizzare al più presto, a partire dai prossimi 24 mesi con l’estensione del franchising in USA e Australia; guardiamo con interesse e concretezza alle capitali europee e nei prossimi tre anni vorremmo che in ogni città italiana fosse presente un nostro negozio. Stiamo andando in questa direzione perché siamo convinti della necessità di dover ‘rieducare’ la popolazione al Made in Italy, forti di una domanda in costante crescita dinanzi alla quale non possiamo restare inermi. Agire ora vuol significare dare una chance all’occupazione e, come sappiamo, non è un’azione più rimandabile”.