Questura di Isernia: eseguite misure cautelari per traffico di stupefacenti

149

ISERNIA – La Polizia di Stato della Questura di Isernia, con il coordinamento del Procuratore della Repubblica di Isernia, ha dato esecuzione, nella notte di ieri, a otto misure cautelari emesse dal GIP presso il Tribunale di Isernia, accogliendo le richiesta formulate dalla Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti soggetti indagati per reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, tra la Provincia di Isernia e la città di Roma.

In particolare, nei confronti del soggetto individuato quale presunto organizzatore della cooperazione criminosa è stata disposta la misura della custodia cautelare in carcere. Arresti domiciliari e Obbligo di Dimora nel Comune di residenza sono invece le misure cautelari adottate nei confronti degli altri cinque indagati che coadiuvavano il loro referente nella “distribuzione” della sostanza stupefacente in Provincia, rendendogli la quota di proventi a lui spettante quale fornitore.

Il capo del sodalizio si approvvigionava di significativi quantitativi di cocaina e derivati della cannabis prevalentemente nella città di Roma. Lunghe e articolate le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Isernia anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche e ambientali, che hanno consentito di circoscrivere i movimenti del gruppo, suffragati da sequestri di stupefacente e dalle dichiarazioni degli assuntori, i quali in gran parte hanno confermato l’ipotesi investigativa e fornito un decisivo contributo alle indagini.

Nei confronti del primo responsabile il GIP, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto anche il sequestro preventivo di 70.000 euro o di beni di valore equivalente, individuati quale parte degli ingenti profitti del reato accumulati nel tempo. Nei prossimi giorni gli indagati attinti dalle misure cautelari avranno la possibilità di conoscere gli elementi di prova a loro carico e di sottoporsi ad interrogatorio da parte del GIP e del Pubblico Ministero, al fine di rappresentare elementi a loro difesa e rivendicare la propria innocenza che, si rammenta, è sempre presunta sino alla definitività dell’eventuale condanna.