Sesta edizione di Welcome Home a Campobasso: il programma

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forte e pasqualone

CAMPOBASSO – Dal 24 maggio al 3 giugno, la città di Campobasso ospiterà la sesta edizione di “Welcome Home”, un festival che trasforma il capoluogo in un crocevia di arte, fotografia e creatività. L’iniziativa, parte del programma Paideia 2025, promosso dall’Amministrazione comunale e dall’Assessorato alla Cultura e al Centro storico, esplora il concetto di casa non solo come spazio fisico, ma anche come luogo emotivo e identitario.

Il programma, che prevede un ricco calendario di eventi e mostre con artisti nazionali e internazionali, è stato presentato questa mattina nella sala giunta di Palazzo San Giorgio dalla sindaca Marialuisa Forte e dal fotografo e curatore Mino Pasqualone.

“Welcome Home” inaugura di fatto il cartellone del Corpus Domini, confermando la volontà dell’amministrazione di valorizzare il centro storico e aprire la città a eventi di respiro internazionale.

IL PROGRAMMA E LE LOCATION

Il Circolo Sannitico sarà il fulcro della manifestazione, ospitando la mostra principale con progetti inediti di artisti locali e un palinsesto di concerti, performance teatrali e di danza, talk e incontri. Contemporaneamente, altre sei esposizioni fotografiche si svilupperanno in diverse location del centro storico, messe a disposizione da privati, tra cui abitazioni storiche e cortili.

Tra gli artisti presenti, ci sono Valeria Secchi (fotografa di Berlino) e Sergey Vinogradov (San Pietroburgo), che offriranno al pubblico una visione internazionale del tema.

La sindaca Marialuisa Forte ha sottolineato come questo festival rappresenti un’opportunità per la città di Campobasso “che ha tutte le potenzialità per diventare un polo culturale dinamico e attrattivo, capace di accogliere eventi di ampio respiro internazionale senza perdere il legame con le proprie radici. “Welcome Home” rappresenta pienamente questa visione: un progetto che unisce arte, fotografia e creatività, trasformando il capoluogo in un palcoscenico che parla al mondo, ma che nasce dalla profondità del nostro territorio e della nostra identità”.