Termoli, liquami nel mare: l’Unione Europea risponde a Pedicini

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Piernicola PediciniTERMOLI – Il portavoce eurodeputato del M5s al Parlamento europeo, Piernicola Pedicini, aveva fatto un’interrogazione parlamentare sullo sversamento di liquami non trattati nel mare di Termoli.

Si legge nella nota di nota di Pedicini:

“La Commissione europea approfondirà il grave problema degli sversamenti di liquami non trattati nel mare di Termoli e adotterà le misure del caso. La notizia è contenuta nella risposta ad un’interrogazione dedicata alla vicenda, presentata a giugno scorso dal portavoce eurodeputato del M5s Piernicola Pedicini.

‘La Commissione – è scritto testualmente nella risposta – è al corrente del fatto che, in passato, nel comune di Termoli (Molise) ci sono stati problemi di cattiva gestione del trattamento delle acque reflue analoghi a quelli descritti dall’onorevole deputato. Essa approfondirà ulteriormente la questione con le autorità italiane competenti responsabili dell’attuazione della direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane (direttiva 91/271/Cee) e, in base alle conclusioni che ne trarrà, adotterà le misure del caso. La Commissione ricorda che, in qualità di custode dei trattati, può intraprendere le azioni necessarie, ivi incluse, all’occorrenza, eventuali procedure di infrazione’.

La vicenda, segnalata all’Ue da Pedicini, era emersa lo scorso febbraio, a seguito della segnalazione, da parte della Capitaneria di Porto della cittadina molisana, alla Procura della Repubblica di Larino (Campobasso).

Da sottolineare che il portavoce del M5s Pedicini aveva comunicato alla Commissione Ue che la Procura di Larino aveva notificato un avviso di garanzia a carico dell’amministratore della Crea gestioni srl (la società che si occupa del Servizio idrico integrato nel comune di Termoli), in quanto le analisi condotte dall’Arpa Molise avevano rilevato che i valori di azoto e di escherichia coli erano al di sopra dei limiti di legge e che l’inquinamento suddetto derivava da una perdita della condotta sottomarina ma anche dal malfunzionamento dell’impianto di depurazione nel quale i valori di bod5, cod, materiali grossolani, azoto ammoniacale, azoto totale e di escherichia coli risultarono molto elevati.

Pedicini aveva anche evidenziato nell’interrogazione che la società di gestione dell’impianto aveva richiesto un’autorizzazione provvisoria allo scarico in deroga ai limiti di legge”.