Zone umide e biodiversità, la manifestazione di Ambiene Basso Molise

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Ambiente Basso Molise ha festeggiato ieri, 24 febbraio, la “giornata mondiale delle zone umide”. Lagune, fiumi, stagni, laghi, paludi, specchi d’acqua dolce o salmastra: per richiamare l’attenzione sulla loro ricchezza in termini di biodiversità e soprattutto per segnalare i numerosi servizi che assicurano il nostro benessere, tra cui la regolazione del clima. Le “zone umide” sono infatti essenziali per la nostra sopravvivenza e il nostro benessere, grazie ai tanti benefici che offrono: sono serbatoi di carbonio e contrasto al cambiamento climatico, depurano le acque, proteggono dalle inondazioni, la vegetazione fornisce fibre e materiali, garantiscono cibo, e ospitano migliaia di specie, soprattutto pesci e uccelli.

La manifestazione ha visto la partecipazione di persone che amano la Natura e si è svolta a numero chiuso, per non disturbare la fauna presente nelle zone umide. Garzette, cormorani e germani, in verità in quantità ridotta, hanno accompagnato gli escursionisti che hanno avuto il piacere di ascoltare Nicola Norante ornitologo, molto conosciuto, che ha parlato della fauna e delle migrazioni, ed il presidente Lucchese che ha illustrato la perdita delle zone umide che si sono ridotte, per molteplici cause tra cui la principale è quella degli interventi umani in dette zone.

La perdita di habitat, l’inquinamento diffuso, l’eccessivo sfruttamento delle risorse, i crescenti impatti delle specie aliene invasive, i cambiamenti climatici sono i fattori chiave della perdita di specie e degrado degli habitat.

Il nostro futuro e il benessere del Pianeta dipendono dalla capacità di proteggere la natura: aumentando l’estensione delle aree protette (come ci chiede l’Europa), restaurando le aree degradate, integrando la conservazione e il valore della natura nei settori produttivi, riducendo le minacce ed i rischi naturali e combattendo gli effetti del cambio climatico. Ma, nonostante siano note le cause e siano condivise le contromisure, le strategie fin qui messe in atto per frenare la perita di biodiversità sono ancora del tutto insufficienti ed inefficaci.