La biodiversità dei vitigni autoctoni e la loro valorizzazione: se ne parla all’azienda Vinica di Ripalimosani

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RIPALIMOSANI – La biodiversità dei vitigni autoctoni e la loro valorizzazione è stata al centro dell’incontro tenuto oggi (14 novembre) all’azienda biologica Vinica di Ripalimosani (Cb). La giornata formativa, composta di una sessione teorica in aula ed una pratico/dimostrativa in azienda, rientra nelle azioni dimostrative del progetto AGRISMART, ideato in collaborazione fra Coldiretti Molise, l’Ente di Formazione “Scuola e Lavoro” di Termoli ed Impresa Verde Molise srl, la Società di servizi di Coldiretti Molise. Presentato nell’ambito dell’avviso pubblico PSR 2014-2020 Misura 1. Sottomisura 1.2, Intervento 1.2.1, IL Progetto si compone di Attività “dimostrative” e “informative” mirante a fornire supporto informativo alle aziende agricole e zootecniche che operano in regione.

“La salvaguardia della biodiversità regionale – ha sottolineato il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese, presente all’incontro – passa anche attraverso il rispetto dell’ambiente, e ciò consente di ottenere il duplice vantaggio di sfruttare al meglio le caratteristiche dei nostri terreni valorizzando nel contempo le produzioni autoctone”.

La giornata formativa alla “VI.NI.CA” ha visto la partecipazione di numerosi imprenditori agricoli molisani che hanno avuto modo di confrontarsi con i tecnici dell’azienda nel comune interesse della valorizzazione dei vitigni autoctoni del Molise. Dalla coltivazione della vite alla trasformazione del vino in cantina, protagonista della giornata è stata la Tintilia: un vitigno tutto molisano che dopo aver rischiato l’estinzione è stato recuperato e rimesso in produzione ottenendo nel 2011 la certificazione Dop.

Dalla coltivazione di uve e la trasformazione in vino bio, l’azienda ha di recente fatto un ulteriore passo in avanti avviando la produzione anche di vini “naturali”. “Parliamo – ha spiegato Giuseppe Tudino, responsabile dell’azienda – di vini prodotti con uve biologiche, mediante fermentazione spontanea del mosto, senza aggiunta di altre sostanze, fatta eventualmente eccezione per piccole quantità di anidride solforosa, evitando anche il ricorso a procedimenti invasivi”.

Sempre nell’ottica della salvaguardia e valorizzazione della biodiversità regionale l’azienda coltiva oggi anche varie cultivar di olivi locali, fra cui “Sperone di Gallo” e Oliva nera di Colletorto”, il tutto dopo aver accuratamente studiato le caratteristiche e l’esposizione dei terreni ed impiantando quindi le piante negli appezzamenti più idonei al loro sviluppo.