P.A.O. in semifinale al Premio De André con “A Cuore Aperto”

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Il progetto “A Cuore Aperto” dei P.A.O. conquista la semifinale del Premio De André. Musica sincera, registrata nel bosco, che arriva dritta al cuore

ISERNIA – Dopo l’ingresso nella cinquina delle Targhe Tenco 2025 con l’album “A Cuore Aperto”, il nuovo progetto dei P.A.O. (Pulsazioni d’anime oneste) continua il suo cammino e viene selezionato tra i semi-finalisti del Premio Fabrizio De André, uno dei riconoscimenti più significativi dedicati alla canzone d’autore italiana.

Un riconoscimento che premia la sincerità di un’opera fragile e intensa, registrata in presa diretta nel cuore di un bosco, con pochi mezzi e tutta la verità possibile. Un progetto nato ai margini dei grandi circuiti, capace però di raggiungere il cuore di chi ascolta.

P.A.O. (Pulsazioni d’anime oneste) è nato dall’incontro tra Antonio Pignatiello (voce e chitarra), Gianfilippo Invincibile (batteria) e il produttore artistico Filippo Gatti (Elettrojoyce); le riprese audio sono state affidate all’ingegnere del suono e musicista Griffin Alan Rodriguez (Beirut), mentre i mix. sono stati curati da Cesare “Mac” Petricich (Negrita). Un suono vero, onesto, ma accogliente, nato da una scelta precisa: suonare a cuore aperto, non a effetto. La semifinale si terrà il 5 settembre a Isernia.

«Passeggiando lungo i bordi, ogni ascolto è una finestra che si apre nel silenzio. Ogni riconoscimento è un segno che qualcosa, nel modo in cui proviamo a fare musica, riesce ancora a sfiorare» – scrivono i P.A.O.

Il Premio De André, tra i più significativi riconoscimenti italiani dedicati alla canzone d’autore, ha per i P.A.O. un valore particolare: non solo per l’importanza del premio, ma perché rende omaggio a un artista che ha tracciato una strada — quella di una musica capace di dare voce agli ultimi, di raccontare il mondo con poesia e senza clamore.

«Fabrizio De André ci ha insegnato che si può raccontare il mondo anche da un angolo nascosto, senza clamore».

“A Cuore Aperto” è un lavoro che racconta sogni e bisogni di un secolo incerto, attraverso una musica essenziale e sincera, capace di restituire verità senza filtri.

I video, diretti da Roberto Beani e Federico Ermini, catturano questa tensione in un’unica ripresa in piano-sequenza, impreziosita dal color grading di Davide Ulissi e dall’audio curato da Griffin Alan Rodriguez. Il risultato è un’esperienza visiva e sonora capace di spingere lo spettatore a fermarsi, ascoltare e sentire.