CAMPOBASSO – Le criticità della sanità pubblica del Molise, regione in Piano di rientro dal 2007 e in gestione commissariale dal 2009, si acuiscono ciclicamente nel momento in cui vengono delineati gli obiettivi da raggiungere attraverso i nuovi Programmi operativi. E quello 2025-2027 predisposto dalla Struttura commissariale, subisce ennesima ‘sorte’. Anche in queste ultime settimane, infatti, forze politiche di vari schieramenti e addetti ai lavori puntano il dito sui possibili ridimensionamenti e tagli a cui potrebbe essere sottoposto il settore.
“I cittadini molisani – osserva Fernando Crudele, presidente dell’Ordine dei medici di Isernia – devono poter restare su questo territorio e avere accesso alle cure gratuite ed efficaci. La classe politica non può assistere inerme allo scempio che si sta consumando ai danni della popolazione. I molisani pagano tasse più alte di un cittadino lombardo senza, di contro, poter fruire degli stessi servizi”. Poi sposta l’attenzione su altri aspetti.
“La sanità molisana è in piano di rientro dal 2007, ma negli ultimi venti anni il debito sanitario è cresciuto anziché diminuire. Mi chiedo, allora, quale sia la ratio di mantenere in vita la Struttura commissariale se negli anni non solo non abbiamo potuto apprezzare miglioramenti, ma la situazione è addirittura peggiorata. Dall’insediamento del consiglio regionale, i medici, che dovrebbero essere attori protagonisti di questa vicenda – prosegue – non sono mai stati interpellati, né dalla politica né dalla struttura commissariale. Se esiste un disegno politico per chiudere tutti gli ospedali del Molise ad eccezione del Cardarelli di Campobasso, bisogna avere il coraggio di dirlo chiaramente. In questo clima di incertezza, quale medico potrebbe mai decidere di venire a lavorare in Molise”.